Un protocollo d’intesa sulla lotta alle discriminazioni di genere e sull’affermazione delle pari opportunità. È stato firmato giovedì mattina in Provincia alla presenza della consigliera di parità dell’ente di palazzo Bazzani, Maria Teresa Di Lernia, la vice Ivana Bouché, il presidente Giampiero Lattanzi e il direttore dell’ispettorato del lavoro di Terni, Stefano Oliviero Pennesi.
Guardia alta
Durante l’incontro per la firma è stato sottolineato che gli enti coinvolti sono un presidio di legalità e che la prevenzione dei fenomeni di discriminazione e la crescita della cultura del rispetto e del lavoro giocano un ruolo fondamentale: «Ci sono segnali incoraggianti che indicano che questa cultura stia crescendo sia a Terni che in provincia, ma è necessario – le parole di Lattanzi – insistere e non abbassare la guardia. Negli ultimi dieci anni, a livello nazionale si è infatti assistito ad una arretramento dei diritti sul lavoro conquistati con tanti sacrifici. Pennesi si è soffermato sulla necessità di contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco ed ha sottolineato che nelle piccole e piccolissime realtà produttive si annidano gli episodi più numerosi e frequenti: «Per questo c’è bisogno di sinergie e collaborazioni come questa che si sancisce oggi e che offre strumenti nuovi nel contrasto alle distorsioni e nell’aiutare le persone a far emerge le loro situazioni».
Fenomeno preoccupante
«Ciò che si vede – il commento della Di Lernia – è solo la punta dell’iceberg di un sommerso molto preoccupante. Il nostro obiettivo deve essere quello di offrire un servizio che serva a risolvere i problemi, possibilmente prima di arrivare alle denunce, in modo che si affermi e cresca una cultura diversa data dalla persuasione e non dalla coercizione normativa. Quando abbiamo impostato così le questioni sollevateci, il più delle volte le abbiamo risolte definitivamente prima del ricorso alla giustizia ordinaria. Il lavoro però è ancora lungo e tortuoso e per svolgerlo al meglio c’è bisogno di strumenti come questo protocollo». Tra i principali problemi emersi quello legato alle piccole attività e le micro imprese, humus sul quale crescono e si diffondono situazioni di discriminazione sul lavoro anche a livello di molestie sessuali.