Punto nascita Perugia, eccellenza italiana

L’ospedale umbro tra i migliori per il trattamento delle emorragie ostetriche. Incontro tra professionisti a Napoli per migliorare la sicurezza nella procedura

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C’è anche il punto nascita dell’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia tra le eccellenze italiane per il trattamento delle emorragie ostetriche. Del tema se ne è parlato in un incontro a Napoli tra vari professionisti dei centri italiani che hanno affinato tecniche innovative per la prevenzione del fenomeno.

In rappresentanza del nosocomio umbro c’erano il direttore della struttura complessa di ostetricia e ginecologia Giorgio Epicoco e il responsabile della struttura complessa di radiologia interventistica Stefano Mosca: l’obiettivo dell’incontro (presenza di professionisti provenienti da ospedali metropolitani come Milano, Napoli e Palermo) è stato quello di accrescere la sicurezza nel trattamento delle emorragie postum partum. «In Italia – ha specificato Epicoco – sono appena venti gli ospedali che prevedono percorsi specifici per affrontare una patologia tra le più insidiose e comunque la più frequente causa di morte materna. Il centro di Perugia è tra i pochi – sei in totale – che prevedono la presenza di un team multidisciplinare tra cui una equipe di radiologia interventistica, direttamente in sala operatoria del blocco parti nelle gravidanze ad alto rischio emorragico». Al meeting di Napoli è stata verificata la validità e l’efficacia del percorso del centro di Perugia iniziato nel 2007 da Giuseppe Affronti, già direttore dell’ostetricia del ‘Santa Maria della Misericordia’.

Monitoraggio «L’emorragia – ha proseguito Epicoco – post partum si verifica in 2 casi ogni 1000 nati e pur rappresentando un evento raro nelle civiltà industrializzate merita un costante monitoraggio. In particolare occorre individuare i casi a rischio più alto (placenta previa, multipli precedenti cesarei, patologie emorragiche materne, etc.) per essere affidati alla gestione di centri di II° livello attrezzati e idonei alla gestione di tali emergenze, come quello di Perugia». La conclusione del convegno, affidato a Serena Donati dell’Istituto Superiore di Sanità, ha messo in evidenza che il primo obiettivo da perseguire è quello di ridurre il numero di parti cesarei senza una corretta indicazione, con aumento dei parti naturali dopo un cesareo: l’istituto superiore di sanità ha osservato che due terzi dei casi di morti materne dovute ad emorragia post partum sono evitabili se si adottano opportune procedure e protocolli multidisciplinari (ostetrico, anestesista-rianimatore, radiologo interventista, ematologo).

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