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Home » Qualità aria Umbria: «Buona nel 2019»

Qualità aria Umbria: «Buona nel 2019»

di Simone Francioli
10 Luglio 2020
in Ambiente e salute, Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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«La situazione dell’aria in Umbria nel 2019 è stata buona. Per la prima volta, dopo tanti anni, siamo rimasti nel range dei 35 superamenti. Il monitoraggio relativo allo scorso anno ha confermato poi l’assenza di criticità e il pieno rispetto dei valori limite per il piombo, arsenico, nichel e cadmio». Questo in sintesi il pensiero espresso dal direttore generale di Arpa Umbria, Luca Proietti, in merito ai dati dello scorso anno. Focus anche sullo studio relativo all’impatto comportato dal periodo del lockdown per il covid-19.

COVID-19 ED IMPATTO SULL’ARIA – LA RELAZIONE COMPLETA

La sostenibilità

Presenti per l’occasione il sindaco di Terni Leonardo Latini e l’assessore regionale all’ambiente Roberto Morroni: «Noi siamo definiti come il Cuore Verde d’Italia, ma questo – le parole di quest’ultimo – non deve essere solo uno slogan deve diventare un tratto identitario che deve trovare un puntuale riscontro. Come giunta vogliamo intraprendere un percorso verso la piena sostenibilità ambientale che sarà lungo e comporterà anche scelte in controtendenza». Il primo cittadino ha invece evidenziato come i «dati di Arpa Umbria relativi alla città ci confortano ma è necessario lavorare ancora sui fattori critici che investono la ‘conca’».

IL REPORT PER L’ANNO 2019

Lockdown

Per quel che concerne il covid-19 l’Arpa nel documento sottolinea che «la qualità dell’aria in Umbria è migliorata nel corso della fase 1 del lockdown. La sospensione delle attività scolastiche, dei servizi, delle attività commerciali e produttive non essenziali con notevoli limitazioni negli spostamenti sia a livello locale che nazionale previste dalle misure di contenimento del contagio durante l’emergenza Covid-19, ha rappresentato un momento storico unico per valutare l’impatto diretto che alcune attività antropiche hanno sulla qualità dell’aria». In particolar modo viene messo in evidenza come «le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) non abbiano risentito in maniera evidente del blocco delle attività. Esaminando i valori giornalieri si nota come le medie siano infuenzate, oltre che dalle emissioni, dalle condizioni meteo. La riduzione significativa dei valori, dal 22 al 27 marzo, va associata all’irruzione sull’Umbria della tramontana, così come i picchi registrati alla fine di marzo (28-31) della parte nord dell’Umbria sono influenzati da una irruzione diaria dall’Asia centrale, con un marcato conteuto di polveri a cui è seguito un innalzamento anomalo del Pm10».

Il passaggio su Ast

In riferimento a Terni e l’attività siderurgica, Arpa – capitolo covid – nell’analisi mette in evidenza che «i metalli presi in considerazione sono prevalentemente quelli tipici della lavorazione dell’acciaio. Nel mese di marzo 2020, con il rallentare dell’attività di Ast fino al blocco totale dell’ultima settimana, assistiamo ad un decremento delle concentrazioni di questi metalli nel Pm10, con il raggiungimento di valori ben al di sotto della media degli ultimi 5 anni. Le concentrazioni cominciano a risalite dalla seconda settimana di aprile con il riprendere, graduale e discontinuo, delle attività di Ast. Il fenomeno è particolarmente evidente nella postazione di Prisciano più prossima all’impianto e in misura minore in tutti gli altri punti della rete; la relazione tra attività dell’acciaieria e concentrazione dei metalli nel Pm10 è stata studiata in modo più dettagliato nella postazione di Carrara in quanto, tra le stazioni urbane, sembra risentire più delle altre della ricaduta delle acciaierie. Nella giornata immediatamente successiva al blocco dell’area a caldo e di parte dell’area a freddo (11 marzo), il livello dei metalli tipici di questa lavorazione si abbassa notevolmente. Successivamente si osserva un incremento del cromo nella settimana precedente il blocco totale e poi, nell’ultima settimana di marzo, le concentrazioni tornano a scendere di nuovo. Dal 6 di aprile, con la riapertura dell’area a freddo e successivamente, anche se in modo discontinuo, dell’area a caldo le concentrazioni cominciano a risalire per poi stabilizzarsi su valori prossimi alla media 2015-2019; è quindi evidente che esiste una correlazione diretta ed immediata tra alcuni metalli nel Pm10 di Carrara e attività siderurgica».

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