
Un solo indagato da parte della procura di Roma – il broker di Carlo De Benedetti, Gianluca Bolengo – e, al momento, nessun altro. Lo stesso De Benedetti e il segretario del Pd Matteo Renzi, capo del Governo al tempo dei fatti risalenti al gennaio 2015, estranei all’indagine. Per vederci chiaro su una delle vicende politico-giudiziarie più controverse degli ultimi tempi, il presidente onorario dell’Adusbef Elio Lannutti, oggi candidato del M5S, ha presentato un esposto che ha messo in moto anche la procura di Perugia guidata da Luigi De Ficchy, chiamata ad approfondire il lavoro condotto sul punto dai colleghi capitolini. A riferirlo è ‘Il Fatto Quotidiano’.

Insider trading Nei giorni scorsi il Corriere della Sera ha portato alla luce un colloquio del gennaio 2015 – avvenuto quattro giorni prima dell’approvazione del decreto sulle banche popolari – fra l’allora premier e l’ex presidente del Gruppo Espresso, registrato nel contesto dell’inchiesta su ‘insider trading’ avviata nel 2015 su segnalazione della Consob. Il primo avrebbe detto al secondo – stando a quanto poi riferito dallo stesso De Benedetti al suo broker – che il provvedimento ‘salva banche’ sarebbe stato approvato («Ho parlato con Matteo Renzi, mi ha detto che passa»).

Perugia indaga su Roma A quel punto De Benedetti avrebbe dato mandato al broker di acquistare azioni delle ‘popolari’ – ad eccezione di quella di Vicenza – per ottenere un guadagno poi stimato fra i 500 e i 600 mila euro. Sia l’ex numero uno del Gruppo Espresso che il segretario del Pd sono stati sentiti come persone ‘informate sui fatti’ dai magistrati di Roma che, oltre ad indagare Bolengo, al tempo della segnalazione della Consob hanno aperto un fascicolo per ‘atti non costituenti notizie di reato’. È questo uno dei passaggi finiti nell’esposto di Lannutti e quindi all’attenzione della procura di Perugia, la cui lente – stando a quanto riportato da ‘Il Fatto’ – si è ora spostata sui colleghi di Roma.