Ricostruzione, si apre la fase operativa

Tavolo tecnico con i costruttori in Regione. Marini: «A sei mesi dalla prima scossa, il finanziamento del governo ci rende operativi. La parola d’ordine sarà sicurezza»

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Si è cominciato a parlare della fase operativa della ricostruzione, nel tavolo tecnico che si è tenuto mercoledì pomeriggio a palazzo Donini. La riunione, presieduta dalla presidente e vicecommissario straordinario Catiuscia Marini, è stata dedicata ai costruttori e, quindi, agli aspetti più tecnici della ricostruzione degli immobili danneggiati. Presenti i rappresentanti degli ordini professionali e le associazioni di impresa.

La decisione del Governo La presidente ha parlato innanzitutto dell’annuncio dato ieri dal Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, di inserire più di un miliardo di euro per tre anni, in aggiunta alle risorse già stanziate, nel prossimo documento di correzione e crescita. «Questo ci mette nelle migliori condizioni per poter essere immediatamente operativi per la ricostruzione delle case, ma anche dell’economia. E’ questa la cosa maggiormente attesa dai cittadini».

Ricostruzione in qualità e in sicurezza Nel tavolo di oggi, riservato agli addetti ai lavori, si è discusso della «fase operativa – ha spiegato – attraverso l’interlocuzione tra professionisti, imprese e Regione, per accelerare la ricostruzione e per far sì che avvenga in qualità e in sicurezza». E proprio la sicurezza, per Marini, deve essere la parola d’ordine. E non soltanto della fase della ricostruzione: «Importante sarà beneficiare degli strumenti messi a disposizione dal governo e dall’Unione europea per fare attività di prevenzione».

Sei mesi dalla prima scossa  La fase operativa, dunque, arriva a  sei mesi dalla prima scossa del 24 agosto. «Questo periodo – ha detto Marini – è servito a costruire la strategia per la ricostruzione, le norme, le risorse finanziarie e le modalità di governance che ci permettono già oggi, a 6 mesi dalla prima scossa, di poter intervenire e di mettere le persone che devono riparare case e riaprire attività economiche in condizioni di poterlo fare, con un quadro normativo e finanziario definito». Non solo ricostruire, ma anche guardare al futuro: «Bisogna avere una strategia per lo sviluppo della Valnerina e di Norcia, idee forti che nella ricostruzione servano poi alle persone. Qui ci giochiamo alcuni settori come l’agroalimentare, il turismo, l’artigianato di qualità, elementi caratterizzanti questa parte di regione. Non ci accontentiamo di riparare i danni».

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