di S.F.
«Si propone alle attività/esercizi commerciali la partecipazione ad un contest connesso alla campagna ‘Rinvetriamo’ il quale, partendo dalle quantità di vetro intercettate e considerando le pratiche di raccolta differenziata messe in atto dall’esercizio e una corretta gestione dei conferimenti di rifiuti ad insindacabile
giudizio di una commissione di valutazione di Asm, assegni tre 3 buoni acquisto da 500 euro da utilizzare per contenitori da interno del locale per migliorare la raccolta differenziata dei rifiuti della clientela». È una delle azioni previste dalla partecipata del Comune per il miglioramento della raccolta del rifiuti di vetro nel territorio ternano. Il progetto complessivo vale 54.168 Iva compresa e lunedì ha avuto il via libera da palazzo Spada per la partecipazione al bando ‘Anci-Coreve’.
Chi metterebbe i soldi. Il dato da migliorare
In caso di esito Anci-Coreve metterebbe il 70% del costo con il restante 30% a carico di Asm. Bene, cosa c’è che non va dunque? Lo spiega la società partecipata nel documento istruttorio parlando dell’alta percentuale di differenziata raggiunta (oltre il 75% su Terni città, ad Otricoli e Calvi si è sul 90%, dati che nel Perugino si sognano) e del passaggio alla Taric. C’è tuttavia un neo: «Ciò nonostante per quanto riguarda la frazione di vetro si è passati da una raccolta totale di 2.500 ton del 2015, alle 3.900 ton del 2021, il che rappresenta, data la popolazione comunale di 112.000 abitanti, un aumento di raccolta pro capite da 22 kg abitante/anno a 35 kg abitante/anno». Dato che non soddisfa: «Se confrontiamo – si legge – ora tale dato con quello nazionale pro capite di circa 40 kg abitante su una raccolta differenziata del 63%, salta agli occhi che in questi territori l’intercettamento di questo rifiuto non è ottimale quanto dovrebbe». Di mezzo c’è anche il movimento serale in centro: «Per completezza di trattazione, va fatto notare che da due anni a questa parte il Comune di Terni ha emesso ordinanza sindacale che vieta l’asporto di bevande in vetro ai fini del decoro, della vivibilità e della sicurezza urbana nelle aree del centro città, tale fatto ha sicuramente contratto la produzione del rifiuto di vetro derivante dalla così detta ‘movida’, con particolare riguardo ai comportamenti dei giovani in periodo di pandemia». La soluzione?
Il ‘malus’ Taric e il coinvolgimento delle attività commerciali
Non è l’unica argomentazione portata da Asm per dare delucidazioni in merito: «Altresì in aggiunta alle considerazioni di tipo quantitativo, il passaggio dalla Tari alla Tariffa corrispettiva Taric, ha causato una riduzione sensibile del rifiuto indifferenziato conferito, causando per contro una riduzione della qualità della raccolta delle altre frazioni divenute inevitabilmente più ‘sporche’». Secondo la partecipata gli elementi raccolti fanno pensare che «un’azione rivolta ad un maggior coinvolgimento degli esercizi commerciali (bar, pub, rivendite di bibite, fast food, pizzerie, ambulanti street food, ecc.) con particolare riguardo a quelli del centro cittadino, possa avere effetti di miglioramento sia qualitativo che quantitativo della raccolta del vetro. A ciò si unisce l’opportunità di mettere in campo misure di comunicazione rivolte a sottolineare l’importanza del recupero e riciclo del vetro come misura anti spreco e di lotta alle problematiche ambientali e ai costi energetici connessi (come è noto il processo di produzione del vetro dalla silice è estremamente energivoro nonché inquinante)». Da qui sono state messe nero su bianco una serie di azioni. La responsabile unica del procedimento per il Comune è l’ingegnere Giorgia Imerigo.
Le azioni: c’è il contest
Si parla dal rafforzamento e integrazione del circuito di raccolta degli esercizi commerciali. Che significa? Il progetto Asm prevede «di dotare gli esercizi che offrono bevande in vetro da asporto di bidoni carrellati per la raccolta del vetro dotato di trasponder r-fid per la misurazione dei cicli di svuotamento. I bidoni in oggetto andranno ad integrare nonché sostituire quelli già presenti negli esercizi commerciali già forniti di contenitori all’avvio della raccolta porta a porta, nonché rimpiazzare i contenitori degli esercizi che utilizzano postazioni di raccolta del vetro condominiali o in isole ecologiche. L’impiego di bidoni carrellati con attacco per rastrelliera/pettine da 240 litri garantisce la compatibilità con i mezzi adibiti allo svuotamento di Asm, gli stessi mezzi essendo dotati di lettore di tag r-fid per la misurazione dell’indifferenziato possono registrare lo svuotamento degli stessi e contabilizzarlo associando la quantità raccolta alla matricola del bidone assegnato all’esercizio commerciale». Costo previsto di 20 mila euro più Iva per 500 bidoni. L’input più curioso è l’introduzione del sistema premiale tramite contest: «Si propone alle attività/esercizi commerciali la partecipazione ad un contest» per l’assegnazione di tre buoni acquisti da 500 euro da utilizzare «per contenitori da interno del locale per migliorare la raccolta differenziata dei rifiuti della clientela». L’atto è firmato anche dal dirigente all’ambiente Paolo Grigioni.