L.P.
Su Borgo Giglione la Regione è corsa ai ripari. Dopo l’allarme, lanciato nei giorni scorsi, per il timore che la discarica potesse andare in tilt senza il rinnovo delle autorizzazioni chieste dall’azienda che la gestisce, nei giorni scorsi, la Giunta ha autorizzato la prosecuzione temporanea delle attività.
Autorizzazione Con una determina dirigenziale, l’ennesima, la Regione ha autorizzato lo scorso 2 febbraio la prosecuzione temporanea delle attività di smaltimento dei rifiuti in modalità bioreattore a Borgogiglione, in quella discarica già al centro di numerose polemiche per via dei camion che, proroga dietro proroga, attraversano la strada Colle del Cardinale in sospensione di una prescrizione attiva da anni e sulla quale ancora non c’è certezza del futuro.
La discarica Attiva dal 1995, la seconda discarica di rifiuti urbani dell’Umbria che contiene già oltre 1 milione di metri cubi di rifiuti provenienti da tutta la provincia di Perugia e che già nel 2010 è stata ampliata, serve principalmente i 24 comuni dell’Ati2, Perugia, Assisi, Trasimeno, Todi e dintorni, ma in un momento come questo di particolari difficoltà impiantistiche, anche parte dei rifiuti dell’Ati1 e dell’Ati3 vengono portati a Borgoglione. Per la giunta regionale la Tsa, Trasimeno servizi ambiente, potrà dunque continuare la gestione in modalità bioreattore, cioè con celle riservate per i rifiuti organici che producono gas e energia, ma solo fino al 31 maggio 2016.
Rischio caos Neanche un mese fa, il 12 gennaio, si era corso il rischio di bloccare sia il traffico che lo smaltimento dei rifiuti e la Giunta aveva comunicato di non poter procedere al rinnovo delle autorizzazioni al bioreattore sulla base di un parere critico fornito dall’Arpa, incaricata di monitorare i risultati, in particolare l’attività relativa alla nuova cella in via di realizzazione, l’undicesima, controllando tutti gli aspetti della gestione oltre che le matrici ambientali, attivando tutte le procedure al fine di garantire la massima salvaguardia dell’ambiente.
L’Arpa Ora quindi la Regione sblocca l’impasse, almeno temporaneamente. Il gestore, quindi, potrà utilizzare le volumetrie residue come bacino tradizionale per lo smaltimento della frazione secca. Prima della costruzione dell’undicesima cella, il gestore dovrà fornire all’autorità e all’Arpa le planimetria di dettaglio e la stessa dovrà essere posizionata nella parte di discarica già approvata in modalità bioreattore nonché «tenendo conto anche di quanto emerso dalla verifica ispettiva effettuata da Arpa Umbria nell’estate 2014».
La cava «In caso di inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie – si legge poi nella determina – l’Autorità competente, secondo la gravità delle infrazioni, procederà ai sensi di legge» alla diffida, alla sospensione, alla revoca dell’autorizzazione fino anche alla chiusura dell’impianto. Per il momento, dunque, lo spettro di un inceppamento nel servizio di raccolta dei rifiuti sembra essersi allontanato da Borgo Giglione, ma pende ancora la questione relativa alla viabilità, appesantita anche dalla nuova autorizzazione, concessa poco prima di Natale dal Comune di Perugia, che ha autorizzato per altri 10 anni l’attovoà estrattiva alla cava di Montepetroso con un nuovo transito di automezzi pesanti – circa 76 ogni giorno secondo quanto riferiscono dall’Osservatorio Borgo Giglione – sulla stessa strada di Colle del Cardinale fin o a Mantignana.