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Home » Rifiuti, Borgogiglione: la rabbia dei cittadini

Rifiuti, Borgogiglione: la rabbia dei cittadini

di Elisa Marioni
15 Maggio 2017
in Ambiente e salute, Attualità, Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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di E.M.

«Un pezzo di Umbria puro e incontaminato. Qui intorno ci sono chilometri e chilometri di verde. E poi c’è quell’altro pezzetto di verde, che invece tanto naturale non è». Siamo a Borgogiglione, nel comune di Magione. La signora, amareggiata, indica con il dito la discarica, dove i rifiuti sono ricoperti da un gigante telo verde in netto contrasto con il paesaggio circostante. È una dei residenti delle zone intorno agli impianti, che hanno appena manifestato contro quella che, secondo loro, è una pessima politica di gestione dei rifiuti. Amano quel territorio e non ne possono più di vederlo «deturpato da quel mostro che rende l’aria irrespirabile per la puzza e distrugge la terra».

Disagio ambientale La signora racconta che a causa del problema dei rifiuti in quella zona, lei e molti altri cittadini di Colle Umberto e di alcune frazioni circostanti, tra i comuni di Perugia e Magione, non pagano la Tari o hanno diritto a degli sconti a causa del «disagio ambientale». Una magra consolazione. «Hanno rovinato questo paradiso – continua – per tutte quelle persone che ci lavoravano e da questa terra traevano la possibilità di avere un lavoro semplice e sano. La discarica è sempre più grande. Se non cominciamo a rimboccarci le maniche per tutelare la natura andiamo verso l’estinzione».

La discarica

Zona ‘off limits’ Scenari catastrofici a parte, c’è però chi i danni del ‘disagio ambientale’ comincia a sentirli sulla propria pelle, o meglio su quella della propria attività. Il centro di equitazione Marana, nella campagna di Umbertide, organizza passeggiate a cavallo lontano dal traffico tra oliveti, boschi e campi. Lavora soprattutto con i turisti stranieri, ma da un po’ di anni a questa parte – racconta la titolare di origini belghe, che tanto tempo fa scelse l’Umbria per vivere – la zona paesaggisticamente più bella è praticamente off limits. «Per fortuna la discarica è nascosta ma mi limita – spiega – non posso portare qui i miei clienti che cercano la natura incontaminata, non posso fargli respirare questa aria ed è un vero peccato perché queste colline sono uno dei due territori più ad alto valore paesaggistico del comune di Perugia. Ma sono state destinate ai camion che trasportano rifiuti tutto il giorno».

I CITTADINI: «ECCO COSA SI DEVE FARE»

«Chiudere la discarica» Ma per i cittadini qual è l’unico modo per restituire alla natura le colline di Borgogiglione e dintorni? «Chiudere la discarica – risponde una signora – è quello che chiediamo. Sarebbe possibile se si riuscissero a sfruttare meglio le possibilità della raccolta differenziata, facendo in modo che si producano meno rifiuti. I rifiuti possono essere un bene, rivendendoli si crea guadagno». Ciò che si potrebbe rivendere è il compost, il terriccio: il risultato della bio-ossidazione e dell’umificazione di un misto di materie organiche – quello che comunemente si chiama ‘umido’- come scarti di cucina, del giardinaggio, letame.

La differenziata non funziona «A Magione, però, la differenziata non funziona – continua la signora – non contano i numeri della raccolta ma quelli di ciò che viene veramente riutilizzato. Se la raccolta viene fatta male, diventa del tutto inutile perché anche ciò che era stato separato torna nell’indifferenziata, con aggravio di costi». Secondo i cittadini, a diventare compost sarebbe infatti una piccola percentuale dell’umido raccolto attraverso la differenziata. «I camion con l’umido andavano alla discarica di Pietramelina per il compostaggio ma la maggior parte dell’organico veniva riportato a qua – racconta Massimiliano Cofani, militante di Rifondazione Comunista a Magione e attivista contro la discarica – e chi ci guadagna da tutto questo trasporto? Più girano i camion e più ci guadagnano. E nel frattempo la differenziata a Magione cala anziché aumentare».

Un manifestante

‘Rifiuti zero’ Il Comune di Magione ha approvato una mozione per avviare un percorso di ‘rifiuti zero’ per andare verso un’alta percentuale di raccolta differenziata, che però non è mai partito. «Avevamo anche proposto un osservatorio – spiega Cofani – che è rimasto anch’esso dentro un cassetto. C’era l’intenzione di avviare la partecipazione della cittadinanza alle problematiche dei rifiuti, che a Magione ci toccano in prima persona». L’esempio a cui gli attivisti guardano è quello di San Francisco, una metropoli che è riuscita a raggiungere oltre il 90% di raccolta differenziata. «Si potrebbero dotare tutti i cittadini che hanno un pezzetto di terra di un contenitore per il compostaggio domestico da utilizzare per i rifiuti umidi. Sarebbe più comodo per loro, che spenderebbero meno tasse e ci guadagnerebbe l’ambiente perché esisterebbero meno discariche che deturpano l’ambiente, sono produttrici di cancro e si prestano alle infiltrazioni mafiose. Purtroppo però – conclude – si tratta di volontà politiche. Se i rifiuti tendono allo zero, i soldi grazie ai rifiuti non si fanno più».

 

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