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Home » Rifiuti: «Quote private di Gesenu ad Asm»

Rifiuti: «Quote private di Gesenu ad Asm»

di Lucina Paternesi
12 Febbraio 2016
in Ambiente e salute, Economia, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
La discarica di Borgogiglione

La discarica di Borgogiglione

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L.P.

Mentre a Perugia sta per partire il nuovo servizio di raccolta differenziata ‘porta a porta’ spinto, che sarà presentato venerdì mattina dal vice sindaco Barelli e dai rappresentanti della Gesenu, le opposizioni continuano a dare battaglia sulla questione che, più di tutte, sembra rappresentare un vero e proprio punto debole a livello di governo regionale e comunale: la gestione dei rifiuti.

Modello Contarina Per tentare di tracciare un nuovo corso arriva la proposta dei cinque stelle – consiglieri comunali e regionali umbri tutti insieme – basata sul modello di gestione consorziale rappresentato da Contarina che, nella provincia di Treviso, si occupa della gestione dei rifiuti nei 50 comuni consorziati e serve oltre 550 mila abitanti attraverso un sistema integrato che considera il rifiuto dalla produzione, alla raccolta, al trattamento e recupero, proponendosi di produrre un impatto positivo sia sull’ambiente che sulla vita dei cittadini. Per allontanare l’ombra delle mafie e degli interessi su discariche e inceneritori, dunque, anche in Umbria serve un gestore unico.

Asm e Gesenu La soluzione potrebbe essere l’acquisto da parte di Asm, la società al 100% di proprietà del Comune di Terni, delle quote private di Gesenu soggette oggi a interdittiva antimafia.Una strada percorribile, forse l’unica, per la realizzazione di un consorzio di società pubbliche come gestore della raccolta e del recupero dei rifiuti in Umbria, applicando così il modello Contarina al nuovo assetto dell’Auri e perseguire un nuovo piano regionale rifiuti zero per rilanciare l’economia e risolvere, una volta per tutte, il problema dei rifiuti.

‘Umbrian way of life’ Per i 5 stelle, dunque, ci potrebbe essere una ‘via umbra’ per uscire dall’emergenza rifiuti, un’emergenza provocata «dall’inerzia degli enti pubblici che prima dovevano controllare e non l’hanno fatto e che ora lasciano Gesenu in preda a possibili appetiti di organizzazioni criminali che hanno fatto del traffico illecito di rifiuti il loro core business», dicono i consiglieri regionali per i quali «le pressioni fatte per l’ottenimento dell’autorizzazione a mandare avanti il fantasmagorico bioreattore di Borgo Giglione sono l’ennesima prova di come solo un cambio radicale di paradigma possa salvare l’Umbria dall’ampliamento delle discariche, dagli inceneritori e dal css nei cementifici».

Commissione E intanto proseguono anche i lavori della commissione d’inchiesta regionale. «Chi attesta i dati della raccolta differenziata? Quante famiglie sono effettivamente servite dal ‘porta a porta’?» Domande che restano senza risposta per la Lega Nord che, dopo l’audizione dell’ad di Gesenu Dante De Paolis in commissione d’inchiesta regionale, sottolinea come il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Umbria confermi, ancora una volta, numerosecriticità.

Criticità L’audizione con De Paolis, dicono i consiglieri regionali Mancini e Fiorini, ha messo in luce tutti i limiti relativi alla gestione dei rifiuti sia nell’Ati2 che nell’intera regione. «Come da noi evidenziato nei mesi scorsi, le questioni più scottanti riguardano la raccolta differenziata e l’attendibilità dei dati forniti ad Arpa negli anni scorsi, l’effettiva percentuale di rifiuti recuperati molto al di sotto della percentuale di raccolta differenziata sbandierata dal Pd e l’inadeguatezza degli impianti, in particolare di Pietramelina».

Schede O.R.So. Al di là degli aspetti legali, al vaglio della magistratura, e delle infiltrazioni dei clan in Sicilia per cui il prefetto De Miro aveva firmato l’interdittiva antimafia a Gesenu e Gest, «crediamo che i cittadini abbiano il diritto di sapere come vengono spesi i propri soldi e se la programmazione, la gestione dei servizi ed il controllo sugli stessi, siano state svolte in maniera trasparente e corretta da parte di Arpa, Regione, società affidatarie del servizio e Comuni». La Lega torna ancora a dare battaglia sulla compilazione delle schede O.R.So, schede che dovrebbero essere compilate dal personale del comune ma che, è questa l’ipotesi, potrebbero essere state compilate dai gestori del servizio in ‘evidente conflitto d’interessi’.

Domande senza risposta «Solo per fare un esempio, dopo tre audizioni, nessuno è stato ancora in grado di rispondere a questa domanda. Siamo convinti che fino al 2014 a Perugia, così come in numerosi altri Comuni, la compilazione di tale schede, fondamentali per la verifica delle quantità e qualità dei rifiuti effettivamente raccolti ed avviati a recupero o smaltimento, sia stata gestita in maniera assolutamente opaca, con evidenti rischi relativi all’attendibilità dei dati trasmessi ad Arpa e validati».

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