Umbria e rifiuti, proteste e proposte

Un convegno sull’economia circolare: mentre fuori protestano i comitati, in platea si accomoda Manlio Cerroni

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L.P.

«I problemi ci sono, ma la Gesenu va bonificata e rilanciata». E’ questo l’imperativo che il vicesindaco di Perugia, Urbano Barelli, ha riaffermato venerdì pomeriggio nel corso di un convegno organizzato all’oratorio Santa Cecilia sulla gestione dei rifiuti.

Il convegno Economia circolare, normativa europea, legge di stabilità e poi, immancabili, le grane tutte umbre del sistema di gestione, venute a galla dopo la firma delle interdittive antimafia a Gesenu e Gest da parte dell’ex prefetto di Perugia Antonella De Miro e non destinate a smorzarsi dopo il sì umbro all’articolo 35 dello Sblocca Italia sugli inceneritori.

PARLA URBANO BARELLI – IL VIDEO

Le proteste Un convegno, quello organizzato dal Comune in collaborazione con Regione, Scuola umbra di amministrazione pubblica, Arpa Umbria, Comune diS1390004 Terni, Gesenu, Gest e Umbria mobilità nato non proprio sotto una buona stella. Tra le tante voci fuori dal coro quella del consigliere 5 stelle Cristina Rosetti che, nei giorni precedenti, aveva tuonato: «Tutti insieme, come se nulla fosse. Ma ancora pende l’interdittiva antimafia e proseguono le indagini. Da un lato l’Arpa è consulente della polizia giudiziaria, dall’altro fa convegni con Gesenu. Sarà un modello innovativo di economia circolare? A mettere tutti insieme il buon Barelli».

Manlio Cerroni

Manlio Cerroni

Cerroni Così c’è chi rimane fuori. Come i rappresentanti dei comitati cittadini di Borgo Giglione e Pietramelina e quelli del Coordinamento Umbria Rifiuti Zero, tra i quali Marco Montanucci, che accusa: «Ci riempiranno di rifiuti». Fuori, assieme ai cartelli di protesta, contro gli inceneritori e contro un sistema di gestione dei rifiuti sbagliato da anni e che non promette nulla di buono neanche per il futuro. C’è, invece, un personaggio di spicco, in platea, che lascia tutti sbigottiti. E’ Manlio Cerroni, meglio noto come l’ottavo re di Roma e padre di quella Monica Cerroni che controlla la Sorain Cecchini che detiene il 45% della Gesenu. Lo stesso Cerroni che è indagato a Roma per gestione illecita dei rifiuti.

PARLA MARCO MONTANUCCI – IL VIDEO

 Interventi Lungo il programma degli interventi, a cominciare da quello dell’assessore regionale all’ambiente Fernanda Cecchini che ha ribadito il ruolo di programmazione della regione che vuole portare tutti i comuni umbri a raggiungere entro l’anno il 60% di raccolta differenziata. «Siamo tutti preoccupati per le vicende che hanno visto coinvolta la Gesenu – ha detto Barelli – la mia prospettiva non è cambiata, c’è del buono in questa azienda che va rilanciata. Dopo la commissione antimafia, quella regionale di inchiesta, arriverà anche quella sugli illeciti ambientali: siamo pieni di attenzioni da parte di tutti, ma vogliamo trovare soluzioni che siano positive, nel rispetto dell’ambiente e della legalità».

Economia circolare L’obiettivo, dunque, è abbracciare il concetto di economia circolare come previsto dal pacchetto di riforme dell’Unione europea approvate a fine 2015: meno dieci percento di rifiuti in discarica e raccolta differenziata al 70% entro il 2030. Misure che, come ha ricordato Enzo Favoino, presidente del comitato scientifico Rifiuti Zero Europa, abbracciano la teoria della riduzione, riuso e riciclo. «Il rifiuto migliore è quello che non viene prodotto – ha riferito Favoino – rifiuti zero è un approccio, un’agenda collaborativa per le comunità locali».

Differenziata E mentre il direttore generale di Arpa Walter Ganapini, ha illustrato l’attuale situazione del sistema di gestione dei rifiuti, confermando la bontà del piano regionale riaggiornato dalla giunta nell’ottica di un sempre minore conferimento in discarica, l’assessore regionale Antonio Bartolini è invece tornato a parlare dell’Auri, l’autorità umbra per i rifiuti e le risorse idriche di vecchia formazione ma che ancora non è entrato in funzione. Puntare tutto sulla differenziata, dunque, potrebbe essere davvero la soluzione per scongiurare un nuovo inceneritore in Umbria e avviare un percorso virtuoso che tenda a ridurre la produzione dei rifiuti oltre che il loro conferimento in discarica. Verso questa direzione va infatti il progetto avviato a inizio anno da Gesenu che, nel centro storico di Perugia, prevede la sperimentazione del servizio porta a porta ‘spinto’ con un codice identificativo del cliente. Ben lontani dalle percentuali di differenziata raggiunte dal consorzio Contarina in Triveneto, la strada sembra comunque tracciata.

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