
Ben lontana dagli obiettivi europei di una raccolta differenziata al 70%, l’Umbria raggiungerà il 65% entro il 2018.
Gli obiettivi È quanto ha reso noto l’assessore regionale Fernanda Cecchini nel corso di una conferenza stampa in cui ha fatto il punto sulla gestione dei rifiuti a livello regionale. Scende la quantità di rifiuti prodotta di quasi cento tonnellate, con l’ex Ati4 in testa (-7,5%), mentre proseguiranno le sanzioni per i comuni che non si adeguano e non raggiungeranno il 65% di differenziata. «Siamo convinti – ha detto la Cecchini – che a fine 2018 l’Umbria sarà in sintonia con gli obiettivi di raccolta differenziata che ci siamo posti, con una riduzione dell’indifferenziato conferito in discarica».
Pannolini La Regione si ritiene, comunque, soddisfatta del dato complessivo di 61,8% di raccolta differenziata, secondo quanto affermato dall’assessore, «poiché rappresenta un grande balzo avanti dal 50,6 del 2015. Una percentuale che sarebbe stata prossima al 64% se non avessimo compiuto la scelta, giusta, di scorporare dalla raccolta differenziata i prodotti sanitari assorbenti, come è stato fatto dal novembre 2016, che in Umbria incidono per un valore tra le 10mila e le 16mila tonnellate annue. A guadagnarci, ed è l’obiettivo che ci siamo posti e ci poniamo, è il miglioramento della qualità della raccolta differenziata». Dopo lo scandalo dei pannolini, emerso anche durante l’inchiesta ‘Spazzatura d’oro connection’ che ha visto coinvolta la Gesenu, finalmente è stato deciso di non ‘inquinare’ ulteriormente la raccolta dell’organico conferendo i pannolini nell’umido.
Sanzioni Il mancato raggiungimento dell’obiettivo, come ha spiegato anche l’assessore, comporterà l’applicazione di una sanzione per quei comuni, così come previsto dalla legge regionale del 2009, oltre che l’applicazione, relativamente alla cosiddetta Ecotassa, di un’addizionale in misura fissa del 20% al tributo a carico dei comuni che non hanno raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata ovvero di una riduzione del tributo, compresa tra il 30% e il 70%, in funzione della quota percentuale di superamento del livello di raccolta differenziata a favore dei Comuni che invece hanno raggiunto l’obiettivo del 65 per cento.

Terni e Orvieto Anche se ben lontani dall’obiettivo, grazie alla riorganizzazione dei servizi di raccolta con la delibera del 2016, a fare il balzo in avanti più importante è stato proprio l’ex Ati4, in cui ricadono Terni e Orvieto, che, con la domiciliarizzazione della raccolta ha fatto registrare in breve tempo un aumento del 17% di raccolta differenziata. Resta, comunque, una situazione non omogenea, con alcune criticità «come a Spoleto o dove i comuni che sono stati un tempo all’avanguardia ora si vedono sorpassare da altri che si sono attivati dopo». Per quanto riguarda il capoluogo regionale, l’assessore ha sottolineato l’importanza dell’estensione al «comparto C della città del ‘porta a porta’, che coinvolgerà altri 40mila perugini».
Accordo con le Marche «La gestione dei rifiuti – ha detto ancora – richiede un lavoro corale, di rete, in cui svolgono un ruolo importante i cittadini, ai quali sempre più chiediamo di collaborare. Legato all’incremento della quantità e della qualità della raccolta differenziata c’è anche l’obiettivo di ridurre al 10 per cento la quantità massima dei rifiuti conferiti nelle discariche, obbligo europeo da conseguire entro il 2030». Intanto, però, fino a tutto il 2018, parte dell’immondizia raccolta nel perugino finirà negli impianti di trattamento meccanico biologico di Relluce, ad Ascoli Piceno.
Energia Per quanto riguarda i sistemi di trattamento, l’ingegner Michele Cenci, responsabile della sezione Rifiuti e risorse energetiche, si è soffermato sulla frazione organica da raccolta differenziata: «È stata recuperata energia pari a 1000 tonnellate equivalenti di petrolio e prodotto 7.700 tonnellate di compost. Triplicheremo l’energia recuperata e la quantità di compost nell’ottica di massimizzare il recupero e ridurre lo smaltimento dei rifiuti».
I dati La produzione totale dei rifiuti è risultata pari a 452.245 tonnellate, in calo rispetto al 2016 di 19.217 tonnellate. Si evidenzia la ripresa sostenuta del trend di decrescita che si era evidenziato nelle annualità 2010-2015, con un sostanzioso incremento della percentuale di decrescita. Dal 2010 ad oggi si è assistito ad un calo nella produzione totale dei rifiuti prossima a 100.000 tonnellate, pari ad una riduzione percentuale del 17,6%. Un calo da ricondurre sia alla riduzione dei consumi a causa della sfavorevole congiuntura economica degli ultimi anni che, anche, alla riduzione dei rifiuti quale effetto dell’incremento della raccolta differenziata. La riduzione della produzione si riverbera anche sulla produzione pro-capite: si passa dai 529 kg/abitante del 2016 a 509 kg/abitante del 2017.

La raccolta differenziata ha raggiunto una percentuale di 61,8%, evidenziando un valore tendenziale assumibile in 62,5%, con una crescita di 4 punti percentuali rispetto al 2016. L’accelerazione nella raccolta differenziata presenta tassi estremamente differenti, ancorché tutti di segno concorde, per i diversi sub-ambiti. Il sub-ambito 4 cresce di ben 17 punti percentuali, gli altri sub-ambiti crescono entro un range di 2,5-4,7 punti. Questo dimostra che, dove la riorganizzazione dei servizi viene effettuata su tutto il territorio nel rispetto delle modalità definite dal Piano regionale e dalle Linee guida attuative, gli obiettivi di raccolta differenziata stabiliti dalla Giunta regionale sono ampiamente conseguibili. Nel sub-ambito 4 è stato raggiunto il valore obiettivo: 30 dei 32 comuni hanno centrato l’obiettivo del 65%, di questi 13 superano anche l’obiettivo del 72,3% individuato per il 2018.
Perugia Nel sub-ambito 2 (che comprende 24 comuni fra cui Perugia, Assisi, Corciano, Todi, Marsciano) non ci sono variazioni significative rispetto al 2016. Per quanto riguarda il sub-ambito 3 (in cui ricadono fra gli altri Foligno, Spoleto e i centri della Valnerina) permane la situazione di ‘storico ritardo’ su cui pesa, nei piccoli comuni della Valnerina, la problematica connessa alla gestione post-sisma. Spoleto non riesce a migliorare in maniera sostanziale il suo basso risultato (45,9%). Nel sub-ambito 1 (14 comuni dell’area dell’Altotevere ed Eugubino Gualdese) c’è un significativo aumento pari a 3,4 punti percentuali, ma il valore raggiunto (57,5%) resta ben al di sotto dell’obiettivo del 60% fissato per il secondo semestre 2016.
Organico Per quanto riguarda le frazioni merceologiche della raccolta differenziata 2017, su un totale di 279.540 tonnellate, 118.516 tonnellate sono della frazione organica (42% del totale), 57.319 tonnellate di carta (21%), 28.805 tonnellate di vetro (10%), 26.127 tonnellate di plastica (9 per cento), 12.351 tonnellate di legno (4%), 6.318 tonnellate di metallo (2%), 4.525 tonnellate di Raee, cioè rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (2%), 2.081 tonnellate di tessili (1%), 20.452 tonnellate di inerti (7%) e 3.046 tonnellate di altra raccolta differenziata. Rispetto al 2016, c’è un lieve incremento per plastica, legno, Raee ed inerti.
Impianti Il rapporto 2017 sui dati della produzione dei rifiuti urbani e la raccolta differenziata contiene anche un capitolo dedicato al sistema regionale di trattamento e di smaltimento. A proposito di quest’ultimo, si sottolinea la continua riduzione dei conferimenti in discarica (riduzione del 25% rispetto al 2016 e del 53% rispetto al 2010) che ad oggi interessano il 40% del totale dei rifiuti prodotti, riduzione che deve essere ancora più accentuata al fine di rispettare i futuri obblighi europei che impongono che al 2030 solo il 10% dei rifiuti sia conferito in discarica.