I ristoratori: «Tavoli solo all’esterno? È improponibile»

I dubbi degli addetti ai lavori sulle nuove norme del governo per la riapertura: «Chi ci viene con questo freddo?». Critiche anche alla scelta di mantenere in vigore il coprifuoco alle 22

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Dopo l’annuncio del premier Draghi sulle progressive riaperture dal 26 aprile, pur con mille limitazioni, chi pensava che i ristoratori fossero entusiasti dovrà ricredersi. Certo, in tanti si stanno organizzando (in queste ore sui social vengono pubblicati numerosi annunci di lavoro alla ricerca di personale di sala… che poi di sala non sarà almeno per i primi tempi), ma le polemiche non mancano. Il nodo è quella obbligatorietà di servizio all’aperto che – secondo gli addetti ai lavori – sembra scritta da chi non conosce affatto il mercato. E ai più appare come una presa in giro.

L’ANNUNCIO DI DRAGHI: APERTURE DAL 26 APRILE

Priore e il coprifuoco: «Mi tocca cacciarvi»

Usa l’ironia Marco Priore, gestore di una storica gelateria a Ponte San Giovanni, per criticare la permanenza del coprifuoco: «Chiudete gli occhi ed immaginate… siete seduti a mangiare un gelato, all’improvviso vi accorgete che sono le 22 e cominciate fuggire… o peggio non vi accorgete ed esco io fuori a cacciarvi via. Così tanto per stare rilassati e tranquilli».

Guarducci e il caso degli hotel ristorante

«Mettiamo il caso – scrive Alberto Guarducci, imprenditore la cui famiglia gestisce vari alberghi a Perugia e nelle Marche – di un ristorante di albergo aperto in questi mesi solo per i propri clienti di hotel ma non agli esterni. Dal 26 aprile, se dispone di sedute all’aperto, può ospitare anche clienti del ristorante. Però solo fuori? E se fa leggermente freddo una sera cosa diciamo? Che dentro non possono andare? Oppure se all’aperto abbiamo 20 coperti che si riempiono di clienti interni hotel che si fa? Vietiamo ai clienti di albergo di accedere all’aperto?
Facciamo clienti di serie A e di serie B? Avete idea delle recensioni online che cosa succederebbe?».

Lo sfogo di Zangara: «Con questo freddo chi viene?»

Non puoi consentirmi di aprire solo all’aperto senza consentirmi di usare un minimo di spazio all’interno. È improponibile. Io non mi posso alzare la mattina e dover guardare il meteo per capire se posso aprire o no. Per riaprire io devo fare spesa, chiamare i camerieri, organizzarmi con i menù. Questa norma ci mette solo l’uno contro l’altro. Le persone quando vengono al ristorante vogliono stare bene: non possono sedersi ai tavoli col cappotto e il pleid sul ginocchio. E magari col rischio che devono scappare se viene a piovere. E poi dovergli mettere fretta dalle 21.30 perché alle 22 c’è il coprifuoco. È una presa in giro! Gli spazi interni bisogna poterli usare, pur con tutte le limitazioni del caso. Bisogna capirlo. Poi, non ho capito: prima in zona gialla si poteva aprire a ranzo e ora non più?».

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