«Le sagre non facciano concorrenza sleale»

Umbria – Dopo l’intesa in Regione parlano Romano Cardinali (Fipe) e Giuliano Granocchia (Confesercenti)

Condividi questo articolo su

di P.C.

Prima del confronto con la Regione, Fipe Umbria aveva più volte chiesto di regolamentare le sagre per mettere un freno alla loro durata. Era stata inviata anche una lettera a Palazzo Donini. Ed è proprio sulla base di quella lettera che l’assessore Michele Fioroni ha convocato l’associazione di Romano Cardinali, insieme all’Unpli, per concordare le regole sulle manifestazioni pubbliche, facendo però rimanere male tutte le altre sigle che – più o meno grandi – chiedevano di essere ascoltate.

LA DECISIONE DELLA REGIONE FA INFURIARE I RISTORATORI

«Capisco chi ci è rimasto male»

Ma se, come vi abbiamo raccontato, l’assessore Fioroni ha preferito non entrare nel confronto con i ristoratori, Romano Cardinali ha espresso parole di comprensione per chi si è dichiarato insoddisfatto dell’accordo raggiunto: «Come dargli torto», ha detto al telefono con umbriaOn.it commentando le parole dei colleghi. «Purtroppo – ha spiegato – questo, pur non essendo il risultato migliore, è un compromesso accettabile per questa estate, alla quale arriviamo tutti provati da un anno e più di restrizioni e limitazioni, oltre che di forti perdite».

Romano Cardinali (Fipe)

Stesse regole per sagre e ristoratori

«Voglio chiarire che la posizione di Fipe è la stessa di tanti ristoratori – chiarisce Cardinali – e noi non siamo contro le sagre tout court, siamo contro le sagre che si comportano come fossero esercizi della ristorazione: e allora in tal caso vogliamo che siano trattati come ristoranti, con la stessa tassazione e gli stessi vincoli, altrimenti diventa concorrenza sleale».

Sagre veramente ‘territoriali’: a settembre nuova regolamentazione

Anche il tema della territorialità trova sponda in Fipe, ma Cardinali conferma che non se n’è parlato in questa fase: «Non ce n’era il tempo, ma abbiamo avuto dall’assessore rassicurazioni sul fatto che a settembre ci siederemo attorno a un tavolo per rivedere le regole e magari mettere mano alla legge regionale sulle sagre; del resto – ha sottolineato Cardinali – va dato atto alla Regione Umbria di essere stata fra le prime a mettere mano a una regolamentazione in tal senso».

Granocchia (Confesercenti): «Serve ampio coinvolgimento»

«Non si capisce per quale motivo una decisione così importante sia stata presa senza il coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria – dice al telefono con umbriaOn.it Giuliano Granocchia, amareggiato per il mancato invito in Regione – senza dubbio avremmo potuto dare il nostro contributo, in ottica costruttiva: di certo questa soluzione non può essere la migliore, né per i ristoratori né per le altre categorie di esercenti»

Giuliano Granocchia

Si poteva valorizzare i centri storici

I temi sono sempre gli stessi, ma Granocchia aggiunge un altro elemento, quello delle location: «Fare una sagra in un borgo da valorizzare ha un senso sociale e culturale, farla in un campo sportivo dove si mettono tavoli in serie e si trasforma un capannone in un ristorante di periferia significa solo fare concorrenza sleale; per questo motivo la nostra proposta sarebbe stata quella di autorizzare solo gli eventi nei centri storici».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli