San Valentino già mosso: «Ecco le prove»

Terni, la polemica sulle reliquie del santo si fa incandescente. Il vescovo fa circolare una foto ed un articolo d’epoca

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di M.T.

Una cosa è certa: padre Bose George Velassery, il sacerdote a cui è affidata la parrocchia di San Valentino a Terni, deve fare un monumento a Papa Francesco: «Questo è l’anno santo della misericordia – dice il vescovo Giuseppe Piemontese – ed io non lo dimentico». Magari se ne riparla il 21 novembre, quando il Giubileo sarà finito.

La teca nella 'cappella della misericordia' nel 1937

La teca nella ‘cappella della misericordia’ nel 1937

Le prove Intanto, come promesso, il vescovo ha reso pubblica la foto, scattata nel 1937 (è quella a sinistra) in occasione dello spostamento della teca con le reliquie del santo patrono. Ed ha anche ritrovato un articolo, pubblicato su ‘La voce di Terni’ del 1974, nel quale si legge delle “celebrazioni religiose che hanno dato l’avvio al pellegrinaggio dell’urna del Santo nelle quattro parrocchie periferiche della città”. Con buona pace del parroco.

L'altare di San Valentino

L’altare di San Valentino

San Valentino Che, con il ‘parere’ richiesto alla Soprintendenza, sul temporaneo spostamento delle reliquie del santo patrono – Stefano Gizzi, il soprintendente, ha fatto sapere che secondo lui la cosa sarebbe da evitare – ha di fatto riaperto una polemica destinata ad avvelenare, più di quanto non sia già avvenuto, la festa. E il vescovo Piemontese non ha gradito. Per niente.

Il vescovo Giuseppe Piemontese

Il vescovo Giuseppe Piemontese

«Forma è sostanza» Il vescovo – sia detto con tutto il dovuto rispetto – ha un diavolo per capello. E domenica, nel giorno dedicato a San Francesco di Sales, incontrando noialtri di cui il santo è patrono, ha ‘esternato’: «Io – dice – ho chiesto al ‘Consiglio presbiteriale’ di Terni (30 sacerdoti; ndr) se potevo portare le reliquie di San Valentino in cattedrale e quasi all’unanimità mi hanno detto che si poteva fare. Ho chiesto al ‘Consiglio pastorale’ (composto da religiosi e laici; ndr) e ho avuto l’assenso del 99% dei partecipanti. Poi sono andato a Roma, alla ‘Congregazione del culto divino’ e mi sono sentito rispondere che sì, lo potevo fare. Ho chiesto se dovevo domandare il permesso a qualcuno e mi sono sentito rispondere che no, non dovevo. E poi arriva il soprintendente che non si prende nemmeno la briga di parlare con me, ma scrive al parroco? No, questa non è una questione di forma, ma di sostanza. Una scorrettezza gravissima».

Stefano Gizzi, il soprintendente

Stefano Gizzi, il soprintendente

«Io non sono uno qualunque» Padre Giuseppe Piemontese racconta che «ho dovuto aspettare due mesi, prima che il parroco di San Valentino mi desse udienza per parlare di questa cosa. Per amore di pace ho atteso, ma solo per scoprire che era stato eretto un muro per opporsi alla mia proposta. Per poi scoprire che si stavano raccogliendo delle firme e che si emarginava chi, in parrocchia, provavava a perorare la mia proposta. A quel punto ho ritenuto opportuno ordinare al consiglio parrocchiale di adeguarsi alle mie decisioni. Perché, vale per loro, ma anche per il soprintendente Stefano Gizzi, io mica sono uno qualsiasi. Io sono il vescovo, se a loro non dispiace». E pure se a loro dispiace, mi sa.

Statua San Valentino Terni2.jpgIl programma E poi torna, padre Piemontese, sul programma che ha in mente: «Proprio per evitare scontri – spiega – avevo ridimensionato quelle che erano le mie idee originali ed ho pensato di trasferire la teca con le reliquie di San Valentino in Duomo nella serata di venerdì 12 febbraio. La mattina di domenica 14, alle 9,30, si darà inizio alla cerimonia del pontificale; alla quale potranno partecipare, viste le dimensioni della cattedrale, decisamente superiori a quelle della basilica di San Valentino; oltre alle autorità, anche molti più cittadini, com’è giusto che sia. Alla fine della messa, poi, una solenne processione, trovo assurdo che Terni sia una delle poche città in cui il santo patrono non ne ha una dedicata, ricondurrà le reliquie nella chiesa di origine. Dove resteranno fino al prossimo anno, perché la novità che introdurremo quest’anno diventranno poi una regola fissa».

La Festa della promessa

La Festa della promessa

Le cerimonie Senza dimenticare che «tutte le tradizionali cerimonie che ogni anno si svolgono nella basilica di San Valentino, da quella della promessa a quella riservata a chi è sposato da tanti anni – ricorda padre Piemontese – resteranno ovviamente lì e saranno a curate, visto che sono bravissimi e lo hanno fatto sempre con eccellenti risultati, dagli stessi soggetti che se ne occupano da anni. Il vescovo non vuole ‘rubare’ le reliquie di San valentino o la scena a nessuno. Il vescovo vuole solo che il santo patrono sia onorato nel modo giusto dalla città, dai fedeli, dalle istituzioni e più in generale dalla popolazione».

I precedenti Il vescovo, poi, dimostra di ‘aver fatto i compiti’: «Non è vero, come si è detto, che la teca con le reliquie di San Valentino non si possa spostare. Ho chiesto il parere di esperti in restauro, ho chiesto il consulto a miei ex collaboratori di Assisi e all’architetto che ha progettato l’altare della chiesa di San Valentino – spiega padre Piemontese – e tutti mi hanno detto non ci sono problemi. Peraltro è bene che si sappia che la teca non pesa più di 130 chili, che è già poggiata su ruote e che sul pavimento della chiesa ci sono delle apposite scanalature, realizzate proprio in previsione di un suo spostamento. Non vedo, insomma, dove sia il problema».

Le cerimonie del 2015

Le cerimonie del 2015

L’editto Un fatto certo, che non potrà che aggiungere pepe a tutta la faccenda è che «il pontificale del giorno di San Valentino, l’ho già detto e lo ribadisco, si terrà in Duomo e che disporrò che in quella giornata, dalle 8,30 a mezzogiorno, in nessuna chiesa cittadina (quindi nemmeno in quella intitolata al santo patrono; ndr) si celebrino  messe, per permettere ai fedeli di partecipare a quella in Cattedrale». Tanto per far capire chi è comanda. Ma anche perché «mica vorranno continuare a fare quella roba con i tendoni vicino alla basilica di San Valentino, che costano migliaia e migliaia di euro di noleggio, dal momento che la Diocesi sta ancora pagando, anche, per i tendoni montati in passato». E i tendoni erano la parte meno impegnativa.

 

 

 

 

 

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