Sangemini, ancora un mese di attesa e timori

Il piano concordatario di Ami sarà presentato il 23 dicembre, sindacati e rsu: «Vagliare tutte le possibilità di salvaguardia dei lavoratori»

Condividi questo articolo su

Si fa sempre più lunga e tormentata l’attesa dei lavoratori della Sangemini-Amerino per conoscere il proprio futuro: il piano concordatario di Acque minerali d’Italia, stando a quanto filtra ufficiosamente, non verrà presentato prima del 23 dicembre, data di scadenza della proroga ottenuta dalla proprietà dal tribunale di Milano. È quanto emerso nel corso dell’incontro di mercoledì pomeriggio tra le organizzazioni sindacali di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, le rsu, l’assessore regionale allo sviluppo economico Fioroni e i sindaci di Sangemini e Acquasparta, Clementella e Montani.

Appello al lavoro di squadra

Organizzazioni sindacali e rsu si dicono in una nota «non pienamente soddisfatte dall’esito del tavolo». «Positiva la partecipazione dell’assessore – scrivono -, ma riteniamo che l’atteggiamento non sia stato sufficientemente incisivo per affrontare la situazione di forte crisi in cui versano i siti. Non è pensabile attendere la data del 23 dicembre per conoscere quali saranno le sorti dei lavoratori. È necessario ed imprescindibile, anche in una fase precedente, vagliare tutte le possibilità al fine di salvaguardare l’occupazione e tutelare i lavoratori, nel rispetto delle procedure istituzionali e normative». Sindacati e rsu ritengono che sia «indispensabile un lavoro di squadra, che coinvolga tutte le istituzioni del territorio per scongiurare quanto ci è stato prospettato nell’ultimo tavolo dalla direzione aziendale alla presenza anche del Mise. Ricordiamo in questo senso – dicono – il patto a tutela del territorio firmato da tutte le parti istituzionali a Sangemini il 25 settembre».

L’assenza della Tesei, nuove proteste in vista

Flai, Fai e Uila e rsu sottolineano poi che «sarebbe stata importante anche la partecipazione della presidente Tesei, a cui avevamo fatto richiesta di incontro». «Non abbiamo lo stesso spessore di altre vertenze?» si chiedono le tre sigle sindacali. «La fase è particolarmente delicata – continuano – e abbiamo bisogno dell’aiuto e dell’appoggio di tutti gli attori del territorio». Intanto prosegue la mobilitazione dei lavoratori dei due siti, dove giovedì proseguirà lo sciopero di due ore indetto dalle rsu per protestare contro la gestione della cassa integrazione. Lunedì, in assemblea, si vaglieranno poi ulteriori iniziative. «È ora di cambiare rotta – concludono sindacati e rsu -, a quanto ci risulta i marchi umbri anche in questa fase di concordato stanno facendo da traino a tutti gli altri brand del gruppo. Se verrà presentato un piano concordatario lacrime e sangue ribadiamo che lo rimanderemo al mittente, insieme a chi non si oppone e resta in silenzio».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli