Sangemini: «Le preoccupazioni restano»

Lettera aperta di un gruppo di lavoratori: «Le questioni sono tutte lì sul tavolo. Dalle incertezze occupazionali agli investimenti»

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di ‘un gruppo di lavoratori della Sangemini’

Abbiamo deciso di fare questo comunicato perché abbiamo il timore che dopo l’assemblea sindacale ci sia un certo rilassamento, sottovalutando la pericolosità degli eventi futuri. Ciò si evince da qualsiasi dialogo anche con la gente comune, del tipo: «Si dice che alla Sangemini è stato tutto risolto e non licenziano più nessuno». Vorremmo rispondere a queste persone ma anche a quei colleghi, fautori del cambiamento, con animo rasserenato certi del loro posto garantito.

Noi invece di garantito non abbiamo nulla perché le incertezze purtroppo rimangono e ancor più per chi, come noi, non è raccomandato, ma non lo saremo mai perché non vogliamo esserlo. Addirittura abbiamo anche un ‘difetto’: quello di essere altruisti e solidali, quindi ci prendiamo cura di tutti – anche di loro – e cerchiamo di far cambiare direzione a chi sta guidando ad alta velocità per andare contro un muro.

Alla gente comune invece diciamo che questa azienda non è stata acquistata pagando i debiti, acquisendo diritti di ogni genere, ma è stata rilevata in concordato, quindi pagata in parte anche dai fornitori e dagli operai lasciati fuori dai cancelli. Ricordiamo che gli accordi durante l’atto di acquisizione erano e sono quelli di mantenere l’occupazione di 95 persone, malgrado l’equilibrio finanziario che è stato certificato e raggiunto con un numero di dipendenti molto più alto durante il concordato in bianco.

Nonostante ciò noi siamo preoccupati, intanto perché sono stati disattesi gli impegni sulle vendite, evidenziando una pericolosa inaffidabilità. Ma quello che ancor più ci preoccupa è il futuro, dove si palesano investimenti che secondo noi. oltre a non essere lungimiranti, porterebbero inevitabilmente a delle difficoltà sia gestionali che di programmazione, tali da far dismettere alcuni marchi con le conseguenti ricadute occupazionali negative.

Non ci convincono, tanto per essere chiari, lo smantellamento della linea ‘B’, il restyling della linea vetro con possibili macchine usate, non ci convince una comby sulla linea ‘C’ in uno stabilimento di 20 mila metri quadri. Non ci convince neanche la cronologia degli investimenti con la priorità che va data, secondo no,i alla linea vetro ex-nova e attrezzata per il canale HO.RE.CA. con vetro a rendere.

Tutto questo ci preoccupa anche in considerazione di quello che vediamo nella gestione attuale, con la nuova organizzazione del lavoro voluta con forza dal dottor Ferrucci, atta a dimostrare l’eccesso di personale per ricorrere alla cassa integrazione straordinaria. È, secondo noi, diretta conseguenza di ciò la rottura di stock dei prodotti più importanti – Sangemini e Grazia – con l’acqua lasciata scorrere nel fosso sottostante pagando anche l’energia elettrica per l’emungimento. La prova di quello che diciamo è nel prossimo programma di produzione dove è stato inserito il terzo turno. Tutto questo genera in noi preoccupazione e non ci fa vedere la luce in fondo al tunnel.

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