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Home » Sangemini, Natale d’ansia: incontro al Mise il 28 dicembre

Sangemini, Natale d’ansia: incontro al Mise il 28 dicembre

di Simone Francioli
16 Dicembre 2020
in Dal territorio, Economia, Imprese, Lavoro
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
La Sangemini

La Sangemini

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Si prospetta un Natale di attesa e tensione per gli 89 lavoratori della Sangemini-Amerino, per i quali sembra essere procastinato a lunedì 28 dicembre il giorno della verità sulle sorti dei loro stabilimenti: per quella data è infatti prevista una call decisiva al ministero dello Sviluppo economico, alla presenza oltre che dei sindacati anche della proprietà. Rimane comunque il 23 dicembre il termine ultimo per il gruppo Acque Minerali d’Italia per presentare il piano concordatario nell’ambito della procedura aperta davanti al tribunale di Milano e non è chiaro se già in quella data possa emergere qualche prima informazione, attesa dai lavoratori umbri e non solo ormai da nove lunghi mesi, quando cioè Ami ha presentato la richiesta di concordato. Consulenti dell’azienda, negli ultimi incontri, hanno già ventilato l’ipotesi di una riorganizzazione e razionalizzazione degli organici.

La lettera di Toniaccini ai colleghi di San Gemini e Acquasparta

Intanto Anci Umbria, tramite il presidente facente funzioni Michele Toniaccini, manifesta il suo sostegno ai lavoratori coinvolti nella vertenza e alle istituzioni dei due comuni interessati. «Accolgo con molto favore, dopo il caso Treofan – scrive in una lettera indirizzata ai primi cittadini di San Gemini e Acquasparta, Clementella e Montani -, anche il vostro appello a sostegno di quanto sta accadendo sui vostri territori, con la società Ami e di conseguenza con i siti produttivi delle acque Amerino e Sangemini. Come ho avuto modo di sostenere con il caso Treofan, il sostegno che Anci Umbria rivolge ai lavoratori di queste aziende, dei siti produttivi delle acque Amerino e Sangemini, diventa l’appello di tutti i dindaci della nostra regione a tutela delle imprese, del tessuto economico e sociale e delle famiglie di tutta l’Umbria. Come presidente di Anci Umbria facente funzioni mi impegno a sollecitare gli altri colleghi, e non dubito che lo facciano, perché si stringano attorno anche a questa causa, comprendendo e condividendo perfettamente le preoccupazioni e le angosce dei lavoratori, ancor più in un periodo così nefasto. Il coinvolgimento di tutti i sindaci, oltre a essere un ottimo metodo di lavoro, è segno di unità e di capacità di guardare al territorio nel suo insieme, convenendo sul fatto che ogni singola impresa è patrimonio di tutta l’Umbria e, come tale, necessita dell’azione coesa e compatta di tutti i livelli Istituzionali. Le nostre imprese, fra l’altro, hanno una lunga storia alle spalle ed esprimono non solo ingegno, operosità, alte professionalità e talento, ma anche tradizioni e cultura. L’Umbria è una piccola regione che non può essere privata di questi saperi, non può essere depauperata della sua economia. Senza poi contare i riflessi negativi su centinaia di famiglie, in un contesto, peraltro, in cui la povertà è fortemente in aumento, anche a causa della pandemia che, tuttavia, non può essere un alibi per le serrate. Anci Umbria non solo si pone al fianco dei lavoratori e delle famiglie di tutte le imprese in crisi, ma raccoglie il vostro appello. Anci Umbria, con i suoi sindaci – conclude Toniaccini -, si impone al fianco di chi lavora, ancor più in questo caso che la vertenza riguarda due siti produttivi, quelli di Acquasparta e Sangemini».

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