Sangemini, nuovi investitori: «Ma ci sarà ristrutturazione occupazionale»

Incontro al Mise tra azienda e sindacati dopo la presentazione del piano concordatario

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di F.L.

Dopo mesi e mesi di attesa è arrivato il momento della verità sulle sorti del gruppo Acque Minerali d’Italia e con esso della Sangemini-Amerino. L’occasione, l’incontro convocato per lunedì pomeriggio dal ministero dello sviluppo economico tra istituzioni, azienda e sindacati, a cinque giorni dal termine di presentazione, per la società delle acque minerali, del piano concordatario davanti al tribunale di Milano. Presentazione avvenuta effettivamente il 23 dicembre. La novità, emersa nelle prime battute del tavolo, sarebbe l’entrata ‘in gioco’, per tutto il gruppo Ami, di due investitori di rilevanza nazionale – uno intermediario e l’altro finanziario – pronti a sostenere il piano di rilancio e riorganizzazione. Di nomi, al momento, non ne sarebbero stati fatti, almeno ufficialmente: da capire anche questo intervento che effetti avrà sugli stabilimenti umbri. C’è inoltre da attendere il via libera al piano da parte del giudice, che dovrebbe avvenire nella seconda metà di gennaio.

Nuova cassa all’orizzonte

«Nonostante la grande riservatezza da parte dell’azienda sull’identità degli investitori, sappiamo che vi sono due investitori di grande rilievo finanziario: fondi di investimento dalla forte vocazione imprenditoriale», hanno fatto sapere al termine dell’incontro Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil.  È stato comunque anticipato che «sarà necessario attuare un processo di ristrutturazione, anche a livello occupazionale». Verrà utilizzato inizialmente lo strumento della cassa Covid (in modo ancora più rilevante rispetto ad ora) e successivamente quello della cassa straordinaria, per giungere sino alla fine del 2021 e tentare di rilanciare l’azienda. Per quanto riguarda i siti umbri, sia la Regione che i sindacati hanno ricordato all’azienda che «nonostante si sia già fatto ricorso alla cassa straordinaria per ristrutturazione e riorganizzazione, essendo quella del ternano un’area di crisi complessa, si potrebbe derogare alle normative e utilizzare un nuovo ammortizzatore sociale».

Le domande dei sindacati

Le organizzazioni sindacali umbre si sono espresse unitamente nel chiedere «risposte più chiare all’azienda», hanno espresso inoltre «la forte concitazione e le grandi aspettative rispetto a questa data da parte di tutti i lavoratori dei siti». Hanno poi sottolineato con forza «che prima di parlare di ammortizzatori sociali si dovrebbero conoscere quali sono gli investimenti che verranno fatti, come si vuole potenziare la rete commerciale, come spingere sui marchi storici per aumentare i volumi. Per capire quali saranno le necessità occupazionali e di organizzazione del lavoro – affermano le sigle – si dovrebbe prima condividere quali saranno le famose manovre di rilancio dell’azienda e un piano di sviluppo serio. Ed ancora, sarebbe necessario comprendere le cause di una più bassa produttività di due siti dai marchi notevoli, quali Sangemini e Gaudianello».

Problema relazioni industriali

Giudicato «positivo» dai sindacati l’intervento dell’assessore regionale Michele Fioroni, che ha «veramente supportato le organizzazioni in favore del mantenimento occupazionale per la tenuta sociale di un territorio fortemente in crisi, ribadendo la necessità di maggiori dettagli dall’azienda per poter lavorare insieme». Viene poi registrato «ancora una volta, un problema serio di gestione delle relazioni industriali. Fino a questo momento – osservano i sindacati – c’è stata grande chiusura da parte di chi rappresenta l’azienda: come sarebbe potuto essere possibile un dialogo costruttivo?». Infine le organizzazioni sindacali e le rsu di sito hanno nuovamente ricordato all’azienda degli accordi del 2014 e del 2018 stretti con la Regione Umbria, in garanzia del mantenimento occupazionale. Il Mise su pressione sindacale e istituzionale, ha invitato l’azienda a presentare il piano in presenza per poi fare una call in plenaria in concomitanza dell’ammissione del piano. Nell’attesa di conoscere il piano si auspicano anche incontri di sito per capire l’orizzonte e le prospettive dei lavoratori.

Fioroni: «Vogliamo conoscere il piano»

«Abbiamo la necessità di conoscere in maniera puntuale il piano concordatario presentato al tribunale di Milano il 23 dicembre scorso da Ami nei suoi cardini fondamentali, al fine di poter costruire una prospettiva certa di mantenimento industriale del sito di Sangemini» afferma l’assessore regionale Michele Fioroni, ribadendo «la necessità di avere certezze circa il percorso che ci separa da qui all’omologa del concordato previsto non prima della fine del 2021 – inizi del 2022. Appena il tribunale di Milano si esprimerà circa l’ammissibilità del concordato, presumibilmente entro il mese di gennaio – prosegue Fioroni -, si dovrà avviare il necessario confronto utile non solo a conoscere nei dettagli il piano, ma a porre in essere un percorso di condivisione della prospettiva industriale del sito di Sangemini». La Regione Umbria – specifica l’assessore – è «disponibile ad accompagnare il piano di riorganizzazione e ristrutturazione del sito con tutta la strumentazione disponibile, in particolare quella relativa all’area di crisi complessa, in un confronto che consenta, in un orizzonte temporale adeguato, di evitare impatti sociali in un territorio già particolarmente provato».

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