Sangemini: «Serve attenzione e tutela dei lavoratori»

Terni – Lo sprono al sindaco Latini e alla giunta arriva dai consiglieri di minoranza di Senso Civico, Pd, M5s e Terni Immagina

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«Quali interventi sono stati messi in campo per tutelare i lavoratori e il futuro produttivo della Sangemini?». A chiedere spiegazioni al sindaco del Comune di Terni Leonardo Latini e alla giunta sono i consiglieri di minoranza di Senso Civico, Pd, M5s e Terni Immagina.

Il piano industriale

«La Sangemini – scrivono – attualmente presenta una fase preoccupante di stallo. Acque Minerali d’Italia nel marzo 2020 ha richiesto una procedura di concordato preventivo ed è stato presentato un piano industriale debole, privo di fondi per gli investimenti utili a riattivare a pieno regime le fasi produttive. I lavoratori del gruppo sono circa 370, di cui negli stabilimenti ternani 85 attualmente in cassa integrazione covid. Il piano industriale concordatario presentato dal management aziendale deve ancora essere valutato sostenibile dal Tribunale di Milano prima dell’omologa che presumibilmente avverrà tra la fine dell’anno e i primi mesi del 2022. La crisi ha riguardato complessivamente tutta l’azienda e nei siti umbri si registra un drastico abbassamento di produzione e di vendita, mancando un comparto commerciale e risorse finanziarie funzionali ad investimenti e sviluppo. Il rischio fallimento non è stato scongiurato e i lavoratori vivono incertezza da tanti anni, prima col fallimento della Sangemini Acque nel 2013/14 e poi con la crisi della Società Acque Minerali».

Il Pnrr dell’Umbria appare insufficiente

Le trattative al Mise e i tavoli locali, aggiungono, «non hanno prodotto risultati, laddove, essendo un sito mediamente di lavoratori difficilmente ricollocabili e lontani dalla pensione, è necessario gestire questa fase per portare l’azienda in una situazione di tranquillità, trovare gli strumenti per avviare le persone alla pensione evitando licenziamenti, sostenere i consulenti nominati dal tribunale a gestire la fase della procedura giudiziaria e poi far ripartire le produzioni e le vendite. Le istituzioni locali dovrebbero prendere una posizione chiara a sostegno di questa vertenza mostrando vicinanza concreta ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali per la tutela dei siti produttivi e il mantenimento delle produzioni nel nostro territorio, affinché si scongiuri l’idea di una delocalizzazione e la chiusura degli stabilimenti. L’azienda necessita di un intervento repentino anche attraverso le risorse previste dall’area di crisi complessa e dal Recovery plan, anche se il Pnrr dell’Umbria appare insufficiente per quanto riguarda il settore agro alimentare, pur essendo un comparto rilevante per il nostro territorio».

I consiglieri di minoranza di Senso Civico, Pd, M5s e Terni Immagina: «Maggiore attenzione»

I consiglieri di minoranza chiedono dunque al sindaco Latini e alla giunta, «quali interventi sono stati messi in campo per tutelare i lavoratori e il futuro produttivo della Sangemini, quali i progetti e le azioni previste nel prossimo futuro e quali le interlocuzioni a livello regionale relative alla vertenza? Da parte delle istituzioni preposte vengano messi in campo tutti gli strumenti esistenti, risorse e ammortizzatori sociali per evitare il licenziamento, accompagnare i lavoratori alla pensione, garantire lo sviluppo industriale della Sangemini». Chiedono, inoltre, «una maggiore attenzione alla vertenza e in generale al settore agro-alimentare, anche avviando un tavolo di interlocuzione coinvolgendo i Comuni coinvolti e aperto alle forze politiche e alle organizzazioni sindacali». Infine, di avviare «il patto del territorio siglato nel 2020 da tutte le Istituzioni per rilanciare i marchi storici, facendo pressione al Mise per la disponibilità di fondi a tutela della piena occupazione e dello sviluppo dei siti umbri».

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