Sangemini: «Solo esuberi volontari, ma prima si parli di rilancio»

Tavolo al Mise, i sindacati hanno incontrato l’azienda. Regione mette a disposizione i suoi strumenti

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Nuovo faccia a faccia (sempre virtuale, visto il frangente) tra organizzazioni sindacali di categoria, azienda e istituzioni in merito alla situazione della Sangemini-Amerino. Dopo quello di martedì in Regione, giovedì il confronto si è spostato sul tavolo nazionale del ministero dello sviluppo economico. Presenti, per conto della proprietà Acque Minerali d’Italia, il dottor Paganini, gli avvocati Riva e Comisso, poi i rappresentanti di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil nazionali e territoriali, le rsu e gli assessori regionali, Michele Fioroni per l’Umbria.

La condizione degli investitori: pareggio di bilancio a giugno

L’azienda ha introdotto l’incontro – spiega una nota dei sindacati umbri e delle rsu – esemplificando le criticità che sta affrontando, in particolare l’impatto del Covid risulta ancora forte dal momento che essendo il canale Horeca completamente fermo l’offerta delle aziende di acque minerali si è concentrata tutta sulla gdo (rendendo il mercato estremamente competitivo). Il piano industriale, per come è stato brevemente presentato, prevede una doppia azione: il miglioramento di performance e l’ingresso di capitale. In questo momento è centrale razionalizzare i costi, tramite l’utilizzo della ‘cassa’ Covid e delle ferie (sicuramente quelle post concordato, su quelle pre concordato persistono alcuni problemi formali che i commissari stanno cercando di superare). L’importanza di questa azione è anche dettata dallo step previsto per fine giugno 2021, infatti gli investitori hanno posto la condizione di sostanziale pareggio del bilancio alla data di cui sopra per l’ingresso di capitale. Si sta tentando anche di agire dal punto di vista commerciale: sono state modificate alcune agenzie che dovrebbero portare i primi risultati a giugno.

Accordo al Mise sulle uscite, il ruolo della Regione

Venendo ai siti, come già sostenuto in alcuni tavoli locali le parti sociali si sono dette «aperte a valutare la possibilità di uscite volontarie e incentivate, specialmente di coloro che possono agganciarsi alla pensione». Dall’incontro è emersa la volontà (una volta che verranno accertate le risorse disponibili per accompagnare le uscite) di provare a intraprendere la strada dell’accordo quadro nazionale su pensionamenti e uscite su base volontaria con anche l’apporto attivo del Mise (che ha accordato l’impegno a porsi come facilitatore dell’accordo). L’uscita anche agganciata al pensionamento, come ribadito dalle parti sociali, «dovrà essere solo e soltanto volontaria». Le organizzazioni sindacali spiegano poi di aver «apprezzato l’intervento dell’assessore Fioroni che, pur sempre nel rispetto del tavolo nazionale, ha dichiarato che la Regione è disponibile a mettere a disposizione i propri strumenti per salvaguardare i lavoratori di Sangemini e Amerino». Inoltre, ha ricordato che «il piano di risanamento e rilancio di Ami non può passare solo attraverso i tagli dei costi, ma deve concentrarsi anche sul rilancio e il riposizionamento dei marchi storici dei nostri siti».

«Strategie prima dei numeri»

In questo senso si sono espresse tutte le organizzazioni sindacali «con forza», sia a livello nazionale sia a livello territoriale. «Prima di parlare di numeri – sottolineano – è necessario avere chiaro il percorso e la strategia di rilancio del gruppo, che passa ovviamente attraverso le specificità di tutti i marchi territoriali. Si chiede, dunque, chiarezza su programmazione della stagione corrente, data la necessità di una strategia commerciale che aumenti le vendite e i volumi. Il piano, come chiarito dall’azienda, si svilupperà su cinque anni e come organizzazioni sindacali territoriali abbiamo ribadito il nostro impegno alla salvaguardia occupazionale e al rilancio di due siti, Sangemini e Amerino, così importanti per tutto il territorio circostante».

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