di Fra.Tor.
«Potrà essere destinato ad impianti di recupero il rifiuto da fresato di asfalto, sia realizzato con filler naturale che con filler artificiale, classificato con codice EER 17 03 02». Sono questi gli esiti delle analisi chimiche effettuate dal laboratorio di Arpa Umbria sul materiale proveniente dai campioni del tappetino stradale e binder realizzati mediante l’utilizzo di filler proveniente dall’impianto di valorizzazione delle scorie d’acciaio inox di Tapojarvi nel sito di produzione Arvedi Ast di Terni. Alla conferenza stampa per illustrare i dati hanno preso parte il commissario straordinario di Arpa Umbria Massimo Perari, la dirigente del distretto Terni-Orvieto di Arpa Umbria Caterina Austeri, l’assessore alle infrastrutture della Regione Umbria Francesco De Rebotti, l’amministratore delegato di Tapojarvi Italia Martti Kaikkonen e l’amministratore delegato di Arvedi Ast Dimitri Menecali.
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Le parole di Martti Kaikkonen e Francesco De Rebotti
Il materiale, rispettando quanto previsto dal decreto ministeriale potrà quindi, in un’ottica virtuosa di economia circolare, «essere utilizzato al fine di produrre ‘granulato di conglomerato bituminoso’ per la realizzazione di miscele bituminose e costruzioni stradali», è stato spiegato. I risultati presentati giovedì rappresentano la conclusione delle operazioni previste dalla convenzione stipulata tra Tapojarvi Italia S.r.l e Arpa Umbria il 16 luglio del 2024. Le attività di Arpa previste dalla convenzione avevano lo scopo di «valutare le caratteristiche tecnico-ambientali del materiale ‘fresato di asfalto’ proveniente dal tratto di strada oggetto della sperimentazione condotta da Anas S.p.a. nell’ambito del cantiere ‘Lavori di risanamento della pavimentazione stradale in tratti saltuari’ della Ss 209 ‘Valnerina’, realizzato a dicembre 2023 con utilizzo di filler Tapojarvi nella miscela bituminosa».
I tecnici di Arpa Umbria, in coordinamento con i tecnici di Anas, il 15 e 16 ottobre 2024 hanno «campionato il fresato di asfalto, prelevando 6 campioni, poi analizzati nel laboratorio di Arpa Umbria di Perugia. I campioni sono relativi a strato di usura, strato binder e misto di asfalto realizzato con filler naturale (3 campioni) e a strato di usura, strato binder e misto di asfalto realizzato con filler proveniente dalla scoria Tapojarvi (3 campioni). Sul materiale selezionato sono stati condotti test di cessione e analisi sul ‘tal quale’ per confrontare i risultati analitici con i requisiti degli End of Waste previsti nei vari decreti in materia di recupero di rifiuti da inerti. Il recupero di tali scorie, a valle della fase di estrazione dei metalli, in un’ottica di economia circolare, consente di diminuire l’utilizzo della discarica aziendale e allo stesso tempo di fornire un materiale per la produzione di conglomerato bituminoso alternativo a quello naturale estratto dalle cave, con notevole riduzione dell’anidride carbonica e del consumo di suolo».
L’amministratore delegato di Arvedi Ast, Dimitri Menecali, ha spiegato che «il progetto, che con questo primo passo è diventato finalmente qualcosa di concreto, nasce da una grande collaborazione prima di tutto con Tapojarvi che si è integrata con il nostro ciclo produttivo. Il raggiungimento di questi obiettivi passa attraverso un’importante sinergia con la produzione di acciaio perché la scoria che dobbiamo recuperare e valorizzare deve avere delle caratteristiche idonee e c’è stata c’è e ci sarà tutta una fase di ingegnerizzazione delle scorie dell’acciaieria, quindi di messa a punto del processo di fabbricazione, per ottimizzare non solo le produzioni di acciaio, ma anche la produzione di questi nuovi prodotti ottenuti dalla scoria». Un lavoro, ha aggiunto, «ad alto contenuto tecnologico che richiede grande sforzo e grandi competenze, non solo interne, perché abbiamo visto che questo progetto è stato reso possibile perché c’è stata la collaborazione di Anas e c’è stato il grande supporto di Arpa con professionalità ad altissimo livello. Una sfida che richiede questo tipo di approccio ad alto livello, ma che sta dando il segnale importante che siamo sulla strada giusta». L’amministratore delegato di Tapojarvi Italia, Martti Kaikkonen, si è definito «molto soddisfatto e felice dei risultati avuti da queste analisi condotte da Arpa. Un progetto pilota che parte dall’Umbria, ma che non si esclude di estenderlo in altre parti d’Italia e in sud Europa».
Un risultato importante per l’assessore alle infrastrutture della Regione Umbria, Francesco De Rebotti, «che prevede meno conferimenti in discarica e un recupero di materiali nella chiusura del ciclo del prodotto per interventi che riguardano le infrastrutture viabili, applicabile a partire dai nostri territori. Coinvolgeremo tutti i player che lavorano su questo tipo di interventi a partire da Anas. Sono convinto si apra una fase diversa, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista del mercato».
Valnerina: al via la fresatura dell’asfalto prodotto dal recupero di scorie Ast