Scuola-lavoro, intesa Regione-Ministero

Umbria, firmato il protocollo per la sperimentazione del sistema duale: l’obiettivo è rilanciare l’apprendistato di 1° e 3° livello

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Ora è realtà. La sperimentazione del sistema duale – alternanza scuola-lavoro – può partire anche in Umbria. È stato firmato mercoledì il protocollo d’intesa tra il Ministero del lavoro, rappresentato dal sottosegretario Luigi Bobba, e l’assessore regionale alla formazione regionale, Antonio Bartolini. L’atto dà il via libero concreto all’attuazione dei decreti legislativi che hanno l’obiettivo di rilanciare l’apprendistato di primo e terzo livello al fine di ridurre la dispersione scolastica, ampliare l’offerta formativa e, al contempo, rafforzare il collegamento fra mondo scolastico e lavorativo.

Innovazione «Si tratta di una misura volta – le parole di Bartolini – a promuovere, in maniera innovativa, la formazione dei giovani e a favorire la transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro partendo dalla alternanza scuola-lavoro». Per la sperimentazione sono stati assegnati alla Regione 271 mila euro: si aggiungono ai 590 mila già previsti per l’istruzione e formazione professionale, ripartiti tra le Regioni e le Province Autonome, sulla base del numero di studenti annualmente iscritti ai percorsi di IeFP e del numero complessivo di studenti qualificati e diplomati.

Jobs Act e occupabilità Bobba ha invece evidenziato come il protocollo rappresenti «uno degli strumenti attuativi del Jobs Act, attraverso il quale il governo vuole favorire la occupabilità dei giovani e la possibilità di conseguire un titolo di studio anche attraverso un contratto di apprendistato. La sottoscrizione dà il via alla sperimentazione che è frutto di una intensa e proficua collaborazione con tutti i soggetti coinvolti, Regione, enti di formazione e parti sociali». Italia Lavoro, con una procedura ad evidenza pubblica sta completando la selezione di trecento centri di formazione professionale che realizzeranno la sperimentazione.

Il sistema Duale permetterà agli studenti di ottenere titoli di studio tramite percorsi formativi che prevedono l’alternanza scuola-lavoro: per una parte dei giovani l’apprendimento in impresa avverrà tramite un contratto di apprendistato di primo livello, mentre per l’altra parte avverrà attraverso l’introduzione dell’alternanza ‘rafforzata’ di 400 ore annue a partire dal secondo anno del percorso di istruzione e formazione professionale.

I titoli di studio Attraverso queste vie ci sarà la possibilità di conseguire gli stessi titoli di studio acquisibili nei percorsi ordinari a tempo pieno: qualifica e diploma professionali, diploma di istruzione secondaria superiore, titoli di laurea triennale o magistrale, master e dottorato.

Incentivi per le imprese – derivanti dall’impiego di tutor aziendali – che assumeranno in apprendistato formativo e quelle che ospiteranno studenti in alternanza ‘rafforzata’. La nuova normativa, prevede, altresì, per l’apprendistato un azzeramento della retribuzione per la formazione in aula, una diminuzione della remunerazione degli apprendisti al 10 per cento (della retribuzione) per la formazione svolta in azienda, l’abolizione del contributo previsto a carico dei datori di lavoro in caso di licenziamento dell’apprendista, lo sgravio dal pagamento dei contributi per l’Aspi rivolto alle imprese artigiane, la cancellazione della contribuzione dello 0.30% per la formazione continua e, infine, viene dimezzata l’aliquota di contribuzione del 10 per cento portandola al 5 per cento per le imprese con più di nove dipendenti.

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