«Senza mascherine le imprese sono ferme»

Allarme lanciato dalle onoranze funebri attraverso la Feniof. Barbanera: «Consentiteci di acquistarle. Senza è troppo rischioso»

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«Stiamo finendo le mascherine perché tutte quelle in commercio vanno alla Protezione civile, ma senza dpi arriveremo a una serrata delle attività funebri in tutta Italia e dovremo lasciare i defunti nelle camere mortuarie». A lanciare l’allarme è Adriano Barbanera, consigliere nazionale della Feniof (Federazione nazionale imprese onoranze funebri). «La situazione che abbiamo in Italia è sempre peggiore – prosegue Barbanera -, abbiamo impresari colpiti da coronavirus e fare i nostri servizi è sempre più pericoloso perché le mascherine non si trovano più, tutti i nostri fornitori sono blindati dalla Protezione civile. Quando saranno esaurite, non potremo più lavorare».

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Ordini fermati alla dogana

Un problema particolarmente grave nelle zone più colpite dall’epidemia ma comunque esistente in tutta Italia, visto che le forniture sono state bloccate. «Impossibile comprare mascherine, sia in Italia che all’estero. Ogni impresa aveva i suoi canali di approvvigionamento – spiega il consigliere Feniof – ma oggi tutte le spedizioni vengono fermate alla dogana. Abbiamo provato a fare un ordine cumulativo come federazione e abbiamo ricevuto in un giorno più di 500 richieste, ma poi non è stato possibile comprarle».

Difficoltà in serie

La Feniof, riferisce ancora Barbanera, insieme all’associazione (EFI) ha fatto richiesta alla Protezione civile per avere l’autorizzazione ad utilizzare un canale di rifornimento di dpi: «Ma ci è stato risposto con un messaggio di otto righe in cui ci dicono che la domanda non può essere presa in carico e di rivolgerci al soggetto attuatore regionale. Noi chiediamo di avere la possibilità di comprare dispositivi, non vogliamo prevaricare nessuno e non chiediamo niente gratis ma vogliamo la libertà di poterci approvvigionare senza che le forniture siano bloccate alle dogane».

Attività rischia di terminare

«Il problema – aggiunge Adriano Barbanera – non è dato dai soli defunti. Noi incontriamo i familiari, entriamo in contatto con loro e in molti casi sono persone positive al virus. Fin dall’inizio non c’è stata una gestione dell’emergenza che ci ha messo in guardia, ma oggi molti operatori si sono ammalati. Il settore funebre è sempre stato considerato l’ultimo anello delle istituzioni ma non possiamo accettare che non si guardi la salute degli operatori. Ora stiamo lavorando grazie alle scorte di materiale di protezione ma quando finiranno, terminerà l’attività».

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