Un piccolo rogo, ma che avrebbe potuto avere conseguenze più serie senza il pronto intervento dei vigili del fuoco e della Polfer. E’ quello che si è sviluppato martedì intorno alle 15.30 nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Terni. A prendere fuoco sono state le poche cose di un senzatetto che alberga proprio in quegli spazi. L’episodio, che non ha comunque causato conseguenze alle persone, potrebbe essere legato ad attriti fra gli stessi disperati che ogni giorno frequentano lo scalo. Sul punto sono in corso indagini da parte della polizia ferroviaria di Terni.
ROGO ALLA STAZIONE: CIO’ CHE RESTA
Degrado L’episodio fa tornare d’attualità l’esigenza di un maggiore decoro e sicurezza – chiesti da tanti cittadini, in primis pendolari – all’interno della stazione ferroviaria di Terni. Un punto su cui si può certamente fare di più, magari iniziando a riparare quelle piccole cose – come un vetro rotto da tempo nella stessa sala d’aspetto – su cui è possibile intervenire immediatamente.
L’impegno «Il problema della sala d’aspetto è che non ci va nessuno, non a caso – attacca un pendolare -. Ma perché non la chiudono direttamente?». Sul punto l’impegno degli agenti della polizia ferroviaria è massimo. Loro, però, non operano solo nell’ambito della stazione di Terni – peraltro in numero esiguo e con un’età media che negli anni è cresciuta – ma sono chiamati ad intervenire anche in altre situazioni e attività . Non ultimo il lavoro di contrasto alla prostituzione svolto in particolare nell’ambito dello scalo di Narni, dove il problema è particolarmente sentito.
I problemi Capita così che balordi e senzatetto – non solo i ‘soliti’ di Terni, ma spesso occasionali e provenienti da fuori città – approfittino dei momenti in cui la stazione è meno presidiata. «Quando ci siamo, la situazione è tranquilla – spiega un agente -. Ma nonostante gli sforzi e il tentativo, non sempre raggiunto, di presidiare lo scalo nell’arco delle 24 ore, c’è chi riesce ad approfittare dei ‘buchi’. Quello dei senzatetto è un problema sociale, cresciuto negli anni e che riguarda tutte le realtà , anche se la natura del disagio nel tempo è cambiata. La crisi, generale e di risorse pubbliche, in questo senso non aiuta».
Quotidianità  Così, accanto ad indagini e attività di alto livello – come l’arresto di un pericoloso trafficante di droga albanese, fermato lo scorso febbraio in stazione con oltre sei etti di cocaina – la Polfer si trova a svolgere compiti anche ‘di prossimità ’, per non dire sociali. Attività che richiedono pazienza e forse poco visibili agli occhi di chi passa da lì solo per prendere un treno.