Sisma: «Le persone prima delle chiese»

Don Marco Rufini, arciprete della basilica Concattedrale di Norcia, a ‘La fede quotidiana’: «Pensare al benessere morale e materiale delle popolazioni»

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La presa di posizione è forte, soprattutto perché viene da un sacerdote e nemmeno da uno qualsiasi: don Marco Rufini, arciprete della basilica Concattedrale di Norcia, crollata a causa del terremoto, e parroco di tutte le chiese norcine, dice che prima di mettere mano alla ricostruzione delle chiese si deve pensare alle persone e alla loro sistemazione.

Il sacerdote Don Rufini ha infatti detto con grande chiarezza a La fede quotidiana che «indubbiamente esiste l’aspetto religioso. Tuttavia, non possiamo limitarci, da credenti evoluti, ad una visione solo esteriore della religione che non si ferma alla costruzione dell’ edificio. La cosa più importante è pensare prima di tutto al benessere morale e materiale delle popolazioni».

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A Norcia si prega

A Norcia si prega

La preghiera Alla domanda relativa alla preghiera in piazza dopo il sisma – un’immagine ‘simbolo’ del terremoto – il sacerdote dice che «lo considero un bel gesto di vero e sincero affidamento a Dio. Una volontà di mettersi nelle sue sapienti mani. Il terremoto, che qui non è una novità, ci deve far comprendere che non siamo onnipotenti e questo va sempre ricordato».

La ricostruzione E anche sulla ricostruzione don Marco Rufini ha le idee chiare: «Bisogna fare una coscienziosa riflessione su come vogliamo fare questa ricostruzione. Prima di tutto sia fatta bene, velocemente e senza intoppi burocratici, in onestà, superando le difficoltà che esistono ed ogni sterile contrapposizione, avendo al centro di tutto solo la cura delle persone e delle popolazioni».

 

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