Sisma, Norcia e Cascia rivogliono gli ospedali e scendono in piazza

Cgil, Cisl e Uil hanno chiamato a raccolta la Valnerina per denunciare ancora una volta «l’immensa ingiustizia subita dalle popolazioni terremotate»

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«Io sono nata qui e qui vorrei anche morire, ma se dovessi stare male invece verrei scarrozzata in ambulanza a Foligno o a Perugia perché qui non c’è più un ospedale. Siamo stanchi, rivogliamo il nostro presidio sanitario, devono ridarcelo, la salute è un diritto costituzionale, anche se per noi questo diritto sembra non valere più». Questa è una delle tante voci che si sono alzate giovedì mattina a Norcia, nel piazzale antistante l’ospedale terremotato, dove Cgil, Cisl e Uil, insieme ai rispettivi sindacati pensionati, hanno chiamato a raccolta la cittadinanza per denunciare ancora una volta «l’immensa ingiustizia subita dalle popolazioni terremotate della Valnerina che, a 5 anni dal sisma, sono ancora senza i propri ospedali, quello di Norcia e quello di Cascia, i cui servizi sono ridotti all’osso quando non del tutto assenti».

Le risorse

«Con questa manifestazione, molto partecipata – hanno detto i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Filippo Ciavaglia, Bruno Mancinelli e Andrea Russo – a dimostrazione della determinazione della popolazione di Norcia e di tutta la Valnerina, chiediamo alla Regione di spendere subito e bene le risorse per restituire una sanità degna di questo nome alle popolazioni colpite dal sisma del 2016. Perché le risorse adesso ci sono e quindi le scuse stanno a zero. Le popolazioni della Valnerina, dopo tutto questo tempo, hanno diritto di tornare ad essere cittadini con pieni diritti e non intendono aspettare ancora altri anni. La pazienza è davvero finita».

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