Sogesi, 250 lavoratrici con il fiato sospeso

Incontro a Roma: persi i servizi ospedalieri del Lazio e dell’Umbria, dopo la ‘cassa’ è in pericolo almeno uno degli stabilimenti

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di F.L.

La perdita dell’appalto relativo ad alcuni servizi ospedalieri della Regione Lazio ha già rappresentato un duro colpo, l’analoga sorte che si prospetta anche in Umbria – ma l’ultima parola spetta al Consiglio di Stato – potrebbe rappresentare un ulteriore ko: tremano i circa 250 dipendenti (il 90% donne) della Sogesi, società per i servizi integrati di lavaggio, noleggio e sterilizzazione per le strutture sanitarie pubbliche e private. Mercoledì, in un hotel romano, si è svolto un incontro per fare il punto della situazione tra l’azienda – presenti l’ad Emiliano Nardi e il capo del personale Susanna Paciosi – e i rappresentanti sindacali nazionali e locali di Filctem Cgil, Femca Fim e Uiltec Uil.

Fabrizio Framarini

Lo stato dei fatti

Già a fine 2019, sulla scorta dell’esito della gara laziale, è stata attivata la cassa integrazione ordinaria per 13 settimane per le lavoratrici dei tre siti umbri di Cannara (61 dipendenti), Ponte San Giovanni (80 circa) e Stroncone (un centinaio). Sulla carta è andata persa anche la gara umbra – vinta dalla società Servizi ospedalieri -, ma sul ricorso presentato da Sogesi (che finora si è vista dare torto dai giudici) è attesa la pronuncia definitiva del massimo organo della giustizia amministrativa. In attesa del responso, i sindacati monitorano con apprensione gli sviluppi, che potrebbero come minimo mettere a repentaglio almeno uno dei tre stabilimenti umbri, con ripercussioni pesanti sul fronte occupazionale. Sogesi ha nel frattempo partecipato ad altre gare indette da altre Regioni, come Abruzzo e Marche, ma quando gli esiti delle procedure saranno definiti, visti i tempi lunghi delle aggiudicazioni, potrebbe essere troppo tardi.

L’altra preoccupazione

L’allarme dei sindacati è anche sulla qualità dei servizi che verranno garantiti a pazienti e personale sanitario. «Dopo gli enormi disservizi registrati in diversi ospedali laziali, così come riportato da diversi organi di stampa, derivanti dal cambio di appalti da Sogesi ad altre società – commenta il responsabile regionale della Femca Cisl dell’Umbria, Fabrizio Framarini -, non vorremo che, nel rispetto delle regole, a prevalere sia solo una logica di massimo risparmio. Anche perché stiamo parlando del settore sanitario dove i cittadini, quando si affidano alle strutture ospedaliere, si augurano che il materiale usato (materassi e lenzuola, ma anche ferri chirurgici, tanto per essere chiari) rispetti alla lettera le norme igienico-sanitarie».

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