Strage di Bologna, Sergio Secci nel cuore

Terni, il ricordo del giovane che perse la vita – a 24 anni – in quella drammatica ed indimenticabile giornata

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di M.T.

Quel rumore, l’esplosione della bomba, chi è sopravvissuto non lo ha mai dimenticato. Come non ha dimenticato il dolore, il sangue, le urla e il terrore. Chi non c’era non lo può nemmeno immaginare. Può solo, da quel 2 agosto del 1980, tornare ogni anno con il pensiero a chi c’era e a chi non c’è più.

Sergio Secci

Sergio Secci

Sergio Secci Lì, quel giorno e per una vigliacca coincidenza – un treno in ritardo – c’era anche un ragazzo di Terni, Sergio Secci. Che con la forza che gli dava la sua meravigliosa voglia di vivere, resistette per cinque giorni. Ma che alla fine dovette arrendersi. Morì cinque giorni dopo, al termine di una straziante agonia. A 24 anni.

LE IMMAGINI DELLA STRAGE E DI SERGIO SECCI

Lidia Secci

Lidia Secci

La mamma Chi, più di chiunque altro, in questa giornata è nei pensieri di chi ha avuto la fortuna di conoscere lei, suo marito Torquato – anche lui se ne n’è andato con il cuore spezzato – è la mamma di Sergio, Lidia Piccolini Secci, che un anno fa, parlando con umbriaOn, raccontava quel figlio perduto.

IL RICORDO DI LIDIA SECCI

L'orologio della stazione di Bologna

L’orologio della stazione di Bologna

La strage Alle 10,25, come accade da 36 anni, per molti sarà impossibile non fermarsi un minuto e ripensare a quel giorno, quando 23 chili di esplosivo – tritolo, T4 e nitroglicerina – fecero scempio di quasi 300 persone. Ammazzandone 85 e ferendone più o meno gravemente oltre 200.

run walkA Terni Un’occasione per ricordare Sergio Secci è stata quella che di lunedì sera, per iniziativa dell’Amatori Podistica Terni, che ha riproposto il classico appuntamento con la ‘Run & Walk by night’, l’allenamento notturno in corsa per il centro cittadino o camminato per sette chilometri. Ma Sergio resta anche in un canto, struggente, della folk singer ternana, Lucilla Galeazzi.

IL CANTO DI LUCILLA GALEAZZI PER SERGIO

A Bologna La storica Cinzia Venturoli ha riunito – utilizzando diari, certificati anagrafici, giornali d’epoca – circa ottomila cartoline che ricordano le vite di chi, come Sergio, era lì  per una di quelle crudeli coincidenze che chiamiamo vita. E che sono state distribuite al corteo che, come sempre, ha attraversato la città.

Torquato Secci, a sinistra, padre di Sergio

Torquato Secci, a sinistra, padre di Sergio

Marini La presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, scrive: «A trentasei anni di distanza dalla terribile strage alla stazione di Bologna, dove tra le 85 vittime c’era anche il giovane Sergio Secci, di Terni, è ancora forte in tutti noi il ricordo e il dolore. Una memoria che non deve mai venir meno. In questo nostro tempo purtroppo la strategia stragista e del terrorismo, pur essendo di matrice diversa, comunque continua a colpire in Europa e nel mondo civili innocenti come erano le vittime della strage del 2 agosto a Bologna e come era il nostro Sergio Secci. In questa ricorrenza vorrei anche ricordare – aggiunge Marini – la figura di Torquato Secci, padre di Sergio, che dal giorno della strage e per tutto il tempo che ha vissuto ha dedicato la vita alla ricerca della verità e delle responsabilità di quell’atto terroristico e criminale, dando vita all’associazione dei familiari delle vittime. Un affettuoso pensiero vorrei rivolgerlo anche alla signora Lidia Piccolini, madre di Sergio e moglie di Torquato Secci, che con altrettanto senso civico sta ora portando avanti con forte impegno la missione dell’associazione che, attraverso la continua ricerca della verità, contribuisce anche alla difesa della libertà e della democrazia».

Rossi «A Lidia Secci – la nota del senatore del Pd – fu strappato il figlio appena ventiquattrenne Sergio, ammazzato dalla bomba di matrice fascista alla stazione di Bologna che il 2 agosto 1980, uccise 85 persone ne ferì 200 e travolse un paese intero. Lidia e suo marito Torquato (Presidente fino al 1995 dell’associazione tra i familiari delle vittime) hanno dedicato le proprie vite ad una sola causa: conoscere autori e mandanti della strage della stazione di Bologna, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus. Solo un mese fa è stata approvata definitivamente la norma che istituisce il reato di depistaggio. Sergio oggi avrebbe avuto 60 anni. In questi anni avrebbe cercato di leggere con la sua acuta intelligenza e sensibilità i cambiamenti che ci stanno travolgendo, avrebbe visto tante altre bombe, ne avrebbe sofferto, e avrebbe combattuto il terrorismo con la lotta politica e culturale che è chiesta a ciascuno di noi, ci avrebbe aiutato a rimuovere ogni fondamentalismo, ad evitare semplificazioni sulle tragedie di quest’epoca, a guardare oltre le presunte linee di confine, geografiche, culturali o religiose. Avrebbe avuto torti e ragioni, semplicemente avrebbe vissuto. A volte ho la sensazione che di fronte a tanti orrori noi stiamo solo sopravvivendo, e non è una bell’eredità per i nostri figli. Non si può sospendere il giudizio, fermare la sete di conoscenza e la ricerca dei veri mandanti delle stragi. Il nostro Paese sconta ancora il peso di aver camminato in acque melmose. Faccio mie le dure parole di Torquato Secci, pronunciate il 2 agosto 1985 davanti alla stazione di Bologna (senza sapere che sarebbe stata ancora lunghissima e dolorosa la sua ricerca di verità): ‘la triste esperienza del nostro impegno civile ci porta a concludere che la più profonda indignazione, o anche la più sincera pietà se pure tenute vive per cinque anni, non sono una sufficiente barriera al ripetersi delle stragi; è necessario un impegno ben più importante e costante per evitare che le orribili disgrazie ieri capitate a noi, capitino domani, ad altra gente. Un abbraccio caro a Lidia».

Di Girolamo «Sono passati 36 anni ma sembra appena ieri per una strage assurda, che ha distrutto la vita di 85 persone, che ha portato via, tra queste, il nostro Sergio, che ha lasciato nel dolore tante famiglie, tra le quali mamma e papà Secci. Il dolore e la non rassegnazione per quanto avvenuto il 2 agosto del 1980 a Bologna sono presenti in tutti noi, in una città nel quale il ricordo di Sergio Secci, un ragazzo brillante, di grande spessore umano e intellettuale è ancora vivo, come dimostrano anche oggi i ricordi che leggiamo e sentiamo dei suoi amici, dei suoi insegnanti, di mamma Lidia, di quanti lo hanno conosciuto, apprezzato e amato», dichiara il sindaco Leopoldo Di Girolamo. «La vicenda di Sergio, della strage di Bologna è qualcosa di non superabile, una pagina buia della Repubblica, che purtroppo veniva da tante altre pagine di dolore, quelle del terrorismo, della strategia della tensione, dello scontro armato che voleva colpire le opposte fazioni e più in generale la democrazia di questo Paese. La strage fascista di Bologna che ha visto la condanna definitiva degli esecutori materiali dell’attentato è ancora da comprendere e da chiarire in molti aspetti. È chiaro ed attuale invece il messaggio che ha lasciato: il terrorismo, ieri come oggi, è qualcosa di aberrante, di profondamente ingiusto e vigliacco. Mi unisco alla delegazione del consiglio comunale di Terni che oggi con il gonfalone è stata presente a Bologna, mi unisco alle parole profonde della presidente Marini, sono soprattutto vicino alla mamma di Sergio, ai tanti amici che ancora oggi hanno avuto lacrime profonde e ricordi indelebili di una esistenza così carica di frutti e potenzialità».

 

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