Sviluppo economico Terni: «Occorre un ‘patto’ cittadino»

L’ex assessore Sergio Filippi: «Elaborare nuovi progetti e intese. Si deve puntare ad un protagonismo di lungo respiro delle migliori componenti locali»

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di Sergio Filippi
ex assessore allo sviluppo economico Comune di Terni (1985-1990) e dirigente cooperativo

Un’altra Conferenza economica cittadina?

Trent’anni fa si svolgeva la Conferenza economica di Terni a ridosso di una campagna elettorale che avrebbe accelerato, per la sinistra, il processo involutivo che nel 1993 portò al primo sindaco di centrodestra. Da due anni la siderurgia pubblica era in crisi e a Terni aveva già provocato 2 mila licenziamenti, tutti gestiti con abbondanza di ammortizzatori sociali ma nessuna nuova attività produttiva. Un anno prima c’era stato il crollo del Muro di Berlino e due anni dopo sarà firmato il trattato di Maastricht.

CONFCOMMERCIO: «SERVONO POLITICHE CORAGGIOSE ED INNOVATIVE»

I convegni e i seminari della conferenza economica si svolsero in circa quattro mesi e videro il concorso corale di molte delle componenti sociali e politiche locali con buona risonanza e attenzione delle istituzioni nazionali e regionali. Il tentativo promosso (qualche tensione interna) dall’ultima giunta Porrazzini era di disegnare un ‘nuovo modello di sviluppo’ che non ignorasse l’esperienza e le competenze del comparto industriale ma le valorizzasse, tentando di prescindere però dal tradizionale sistema delle PP.SS (e quindi dei partiti) che di lì a poco sarebbe stato terremotato, puntando quindi al terziario avanzato ed al sostegno della imprenditoria privata.

Molti progetti furono presentati o elaborati in quella fase, cercando un raccordo organico fra di essi che fu affidato al professor Paolo Leon; una pianificazione dello sviluppo territoriale non localistica ma aperta ai grandi processi di trasformazione indotti dall’aprirsi del mercato europeo: una sfida per la politica locale ma anche per i sindacati, le professioni e l’imprenditoria ternane. Le giunte che si sono poi succedute hanno in larga parte vissuto di rendita con quella progettualità, ma è mancato sempre un disegno organico complessivo e condiviso dall’intera comunità.

Oggi, Stefano Lupi, il presidente di Confcommercio ripropone un appuntamento di quel tipo per chiamare tutti all’impegno, alla elaborazione integrata ed alla condivisione ancora una volta di un ‘nuovo modello di sviluppo’. Il sindaco Latini ci è andato vicino con gli Stati generali pre-lockdown ma tutto si è limitato ad una consultazione delle parti sociali; utile però per avviare un coinvolgimento più intenso dei protagonisti della migliore classe dirigente della città per elaborare nuovi progetti e nuove intese.

L’esperienza di trent’anni fa, pur datata, insegna che per non fallire (come invece avvenne nel 1990 dopo gli iniziali entusiasmi) si deve puntare ad un protagonismo di lungo respiro delle migliori componenti locali: cioè ad un patto cittadino che collochi lo sviluppo di Terni in un’area più vasta della ‘conca’ ed anche dell’Umbria. Perché non si debba più affidare solo a qualche giovane dirigente dell’Ast di passaggio a Terni le migliori espressioni di amore per la città e insieme l’invito a guardare anche oltre le acciaierie.

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