L’articolo apparso su La Repubblica, qualche giorno fa, con un report relativo al Bollettino con cui la presidenza del consiglio ha reso noti i redditi di manager ed ex manager pubblici – e la successiva decisione della seconda commissione del consiglio regionale, di volerci vedere già chiaro con un’audizione di due assessori – è destinato a far discutere. Soprattutto perché si chiarisce il vero obiettivo.
L’audizione Il presidente e i membri della commissione avevano stabilito che «sulla base di notizie recentemente apparse su organi di stampa nazionali concernenti i compensi erogati in favore di dipendenti ed amministratori di società della Regione (il riferimento in questo caso è a Sviluppumbria), ritengono utile programmare un’audizione (degli assessori di riferimento; ndr) in merito alla fondatezza delle notizie stesse. Infatti, l’Umbria si è dotata di una legge regionale in base alla quale il trattamento economico annuo onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle finanze regionali emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo deve essere calcolato in modo tale che non superi il trattamento economico del presidente della giunta regionale»

Renzacci Perché tra i settanta ‘paperoni’ indicati dal quotidiano c’era pure – peraltro in una più che onorevole posizione – il presidente di Sviluppumbria, Gabrio Renzacci, che sta al 28simo posto della classifica, con 360.360 euro dichiarati nel 2015 e guadagnati nel 2014. Ma non c’è solo lui: perché al posto 55 c’è pure Mauro Agostini, che di Sviluppumbria è il direttore generale e che ha dichiarato di aver guadagnato nel 2014, 263 mila e 200 euro

La convocazione «Sappiamo benissimo – fanno sapere dalla commissione regionale – che Gabrio Renzacci guida un’azienda di grande valore e che il suo reddito è in gran parte determinato da quello. Ma riteniamo che ci siano altri elementi da valutare». Ed ecco che, quindi, sotto la lente di ingrandimento ci finirà proprio Mauro Agostini.