di Gianni Giardinieri
‘Venghino siòri, venghino. Grandi affari a prezzi stracciati. Ancora per pochi giorni siòri, ancora per poche ore’. Una bancarella (con il profondo rispetto per tutti i venditori ambulanti, loro sì che lavorano…), a questo ci avete ridotti siòri D’Alessandro. A una svendita organizzata in fretta e furia, per raccattare – ammesso ci si riesca – qualche migliaio di euro. Per farci cosa poi? Per rimpinguare i conti correnti della Ternana? Per restituire al sindaco Bandecchi parte dei soldi anticipati per l’iscrizione al campionato? Per dare una buonuscita a lei, signor D’Alessandro? Perché sia chiaro, credere alla storiella che si fanno i prezzi ai giocatori, con sconti imperdibili, per «agevolare la nuova proprietà», è una storiella non solo che non sta in piedi, ma che è un’offesa bella e buona all’intelligenza dei tifosi e dei ternani.
Povere Fere, come vi hanno ridotte. Ad un banco di ‘nocchie’, come si dice a Terni. Povera Ternana, umiliata fino al midollo da una proprietà che senza alcun ritegno, fino all’ultimo, ha sproloquiato di voglie revansciste, per il pronto ritorno in serie B, categoria che ‘ci appartiene’, per poi uscirsene con un comunicato che entrerà negli annali della vergogna, per una società calcistica che si appresta a compiere 100 anni di vita. Tristezza e rabbia, questo si prova ora. Ma non sconcerto, non sorpresa. Quelle emozioni ce le portiamo dietro ormai da molti anni.
ARTICOLI CORRELATI
Ternana in vendita: «Costretti dagli impegni aziendali anche negli Usa»
Ternana «a rischio fallimento». Faccia a faccia Bandecchi-D’Alessandro
«La Ternana Calcio potrebbe fallire». Martedì incontro Bandecchi-D’Alessandro