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Home » Terni, Aidas: «Altri soldi gettati al vento»

Terni, Aidas: «Altri soldi gettati al vento»

di Marco Torricelli
19 Febbraio 2015
in Attualità, Economia, Imprese, Lavoro
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Lo sciopero della fame all'Aidas

Lo sciopero della fame all'Aidas

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La denuncia viene dalla Uil ternana: «Chi ha lavorato non è stato pagato, chi invece non ha lavorato dovrà essere pagato. Roba da non crederci ma quando si tratta di Aidas c’è da aspettarsi anche questo».

La storia La Cooperativa Aidas è stata messa in liquidazione coatta amministrativa con decreto ministero dello sviluppo economico in data 6 marzo 2014 e ciò pose fine allo sciopero della fame di 26 giorni, che era in corso proprio in questo periodo un anno fa, di tre lavoratrici e del segretario della Uil di Terni. Quello sciopero è servito a salvare un’azienda assicurando la continuità con una struttura, Collerolletta, che ora funziona a pieno regime, garantendo posti di lavoro sicuri e stipendi regolari a 60 lavoratrici.

Gli arretrati Rimane aperta, legata alla gestione commissariale, «la questione del pagamento di molte mensilità pregresse a una settantina di lavoratrici che hanno lavorato per mesi senza prendere lo stipendio. Pagamento che ora appare ancora più difficile a causa di alcuni ‘errori’ della gestione commissariale». Errori relativi a due lavoratori che erano stati licenziati dalla Cooperativa Aidas, con effetto immediato, subito dopo l’insediamento del commissario (il 28 e il 31 marzo 2014, rispettivamente) essendo ‘venuto meno il rapporto fiduciario’.

I licenziamenti Secondo quanto comunicato «dalla gestione commissariale della dottoressa Marcella Galvani – dice la Uil –il contratto di lavoro doveva intendersi risolto da quelle date e i due non hanno più potuto, loro malgrado, prestare attività lavorativa. Persero anche lo status di socio, con evidenti ripercussioni su tutte le vicende successive».

I ricorsi Entrambi i lavoratori, però, «hanno contestato la mancanza di preavviso (l’articolo 20 del contratto di lavoro prevede, per i dirigenti del settore, stabilisce sette mesi di preavviso per anzianità di servizio fino a due anni ed ulteriori quindici giorni per ogni successivo anno compiuto di anzianità; ndr) e in seguito al coinvolgimento dell’Ispettorato del lavoro e dell’Inps, la Cooperativa Aidas ha provveduto successivamente ad emettere buste paga in favore dei due lavoratori, senza però nel frattempo aver ricevuto alcuna prestazione lavorativa in cambio, poiché aveva ritenuto che il rapporto doveva ritenersi risolto immediatamente senza preavviso».

I soldi La Cooperativa Aidas, in buona sostanza, dovrà sborsare oltre 50mila euro per ciascuno dei due lavoratori: «Somme che, dice la Uil, intanto sono certamente dovute e che in base al principio generale della legge fallimentare, dovrebbero essere pagate in prededuzione (ossia prima di tutto e ancor prima dei crediti dei lavoratori subordinati maturati sino alla messa in liquidazione). Insomma un ‘errore’ della gestione commissariale, «rischia di penalizzare decine di lavoratori che hanno lavorato per mesi senza ricevere lo stipendio e che ora potrebbero vedersi allontanare ancora di più la possibilità di recuperare somme adeguate a causa dell’aumentata insufficienza dell’attivo che potrà essere liquidato».

La polemica Quello che Gino Venturi, segretario della Uil ternana ritiene «assurdo è che il ministero dello sviluppo economico non intervenga, con un più efficace controllo sulla gestione commissariale, magari attraverso un Comitato di sorveglianza già chiesto da numerosi lavoratori. Intanto sarebbe comunque interessante conoscere quanto costa la gestione commissariale che rispetto ad alcune operazioni suscita non poche perplessità».

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