di S.F.
Una mattinata fuori dal consueto per lui, un ‘ragazzo’ che il prossimo 14 luglio festeggerà 83 anni. Perché Alberto Trionfetti ha trascorso parte degli ultimi tre anni a frequentare il corso serale dell’Itt ‘Allievi Sangallo’ di Terni per studiare e ottenere il secondo diploma della sua vita dopo quello da ragioniere nel lontano 1956, da ventenne: «La voglia di conoscere mi ha portato qui, la curiosità nello scoprire le potenzialità ed i limiti dei congegni meccanici». Martedì mattina ha svolto l’esame orale di fronte alla commissione parlando di acciaio, meccatronica, meccanica, guerre mondiali, Gabriele D’Annunzio e altro ancora nell’aula 5°SMM: ha scelto la busta ed è partito senza mai tergiversare, con la sicurezza di chi ha tanta esperienza e volontà da dimostrare. E con l’occasione dà un consiglio ai più giovani, a chi dovrà affrontare questa prova in futuro: «Dovrebbero leggere di più, il maestro me lo diceva sempre. Anche se per me era una gran fatica. Motivazione? Volevo curare di più l’intelletto».
VIDEO – ALBERTO TRIONFETTI DOPO L’ESAME PER IL DIPLOMA: «GIOVANI, APPASSIONATEVI»
La presentazione e il ritorno a scuola
Alberto Trionfetti si è presentato così alla commissione. con tanto di slide nella parte conclusiva dell’esame: «Nel 1956, a 20 anni, diplomato ragioniere, ho iniziato a lavorare nel negozio di ferramenta di famiglia. A 36 anni ho preso le redini della ditta e per 50 anni ho lavorato dietro al bancone. Nel 2006, a 70 anni, sono andato in pensione. A 80 anni sono tornato a scuola: l’italiano mi piace e sono andato bene, facilitato dall’esperienza. In precedenza ho fatto la traccia riguardante la conservazione dei musei (‘La bellezza salverà il mondo’), è un problema che sento. Mentre la seconda prova era su un ingranaggio vite senza fine». Ora l’apice del percorso e i meritati applausi dai più giovani compagni di corso e dai membri della commissione. «Ma avete invitato anche Bruno Vespa?», ha chiesto divertito quando ha notato la presenza dei giornalisti e dei colleghi di corso nei dintorni.
La soddisfazione, la pasta e il 1956
Una discussione di oltre cinquanta minuti che ha toccato vari argomenti, alcuni anche molto tecnici. Ad assistere all’esame anche la dirigente Cinzia Fabrizi: Trionfetti è uscito dall’aula poco dopo le 10.35 ricevendo abbracci e complimenti, con foto di gruppo a chiudere il cerchio. «A me interessa più prendere il diploma per la scuola che per me, a livello personale ho già messo dentro la testa diverse cose. Speriamo vada bene, rappresenta una soddisfazione tutto ciò che si fa: le costruzioni, la pasta, il ragù alla bolognese – racconta di sé – e altre cose. Mi ero già diplomato nel 1956, a quell’epoca il contesto era un po’ diverso». Particolare che si sia ritrovato nella stessa situazione di uno dei suoi tre nipoti: «Sta dando la maturità allo scientifico. Un altro fa ingegneria a Modena e la terza è una forza perché va a scuola, gioca a pallavolo e suona il flauto traverso».
La motivazione: «Volevo curare di più l’intelletto»
Trionfetti è andato in pensione nel 2006, ma non si è fermato: «Non faccio nulla – ha sottolineato sul nuovo diploma – di straordinario, solo ciò che si può. Fossi stato appassionato di qualcos’altro magari avrei studiato gli scacchi», aggiunge con il sorriso. «Sono stati tre anni pesanti: dalle 17.15 alle 21.25 dal lunedì al giovedì, il venerdì tre ore. Quindi il sabato: molte volte facevamo il recupero dei minuti che perdevamo e a casa c’è sempre molto da fare. Motivazione? Non è mai unica. Ho seguito la mia passione per la meccanica, sono molto portato per i lavori manuali e a ‘trafficare’: mi sono detto che era meglio curare di più l’intelletto. Anche perché lavorare con ferro e legno costa, fare questa cosa è stata più economica invece», evidenzia con un’ironia che non mancherà nemmeno durante l’esame orale.
Da Henry Ford ai motori, passando per l’Ast e le battute
L’esame è iniziato con accenni su Henry Ford e la sua Model T, quindi il discorso si è sviluppato tecnicamente su carburatori, motori, meccanica ed energia elettrica. Ogni tanto Trionfetti ha ‘spezzato’ l’esame con alcune battute in grado di far sorridere – in maniera non forzata, tutt’altro – i membri della commissione. Ad esempio quando è intervenuto Alberto Tattoli: «Cosa suggerisce per non far arrugginire un cancello a chi ha intenzione di farlo per la propria casa?». Risposta immediata: «Prima del 2006 gli avrei detto di venire a comprare alla mia ferramente», poi via alla spiegazione sulla zincatura. In seguito si è parlato della lavorazione dell’acciaio, di Ast, D’Annunzio, della Terni del XIX° secolo con citazioni di Benedetto Brin e Cassian Bon e del rapporto tra italiani e tedeschi nel passato. «La mia vita dietro un bancone… e un sogno nel cassetto: diventare meccanico!», una delle slide mostrate per raccontare del suo cammino e del perché di questa scelta».
Il flashback e il ‘colpo di fulmine’
Prima dei saluti altro passaggio simpatico: «Questo c’ha 80 anni, lo possiamo prendere?», le parole di Trionfetti quando ricorda i passi iniziali per l’iscrizione al corso serale e la risposta della preside. «Mi ricordo che nel 1960 un amico perito industriale mi portò in questa scuola perché conosceva un bidello e vidi un reparto dove stavano le macchine di collaudo, una era per la frattura dei pezzi: pensai che era il mio istituto e l’idea di seguire questa strada mi è sempre rimasta in stesso. Avevo iniziato dallo scientifico ma mi bocciarono in tutte le materie». C’è spazio anche per una riflessione: «In vecchiaia si torna alle idee della gioventù, ad esaminare gli errori e i rimpianti della vita». Missione compiuta e chissà che non ci proverà ancora: «Vorrei studiare qualcosa di più teorico, tipo matematica. Niente pratica. Vivere senza una passione, un qualcosa di spiriturale, è un po’ misero». E allora al prossimo diploma.