Terni, assembramenti e botte fuori dai locali chiusi

Contrasto stridente nella notte fra sabato e domenica. Fra gli esercizi chiamati a rispettare i Dpcm e chi ha trovato ‘campo libero’

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Le botte sono volate, e di che tinta, fra largo Ottaviani e piazza Dalmazia. Più o meno erano le una della notte fra sabato e domenica, a Terni. Una rissa piuttosto corposa e ‘itinerante’, come sono spesso gli episodi del genere, che ha portato all’intervento delle forze dell’ordine, carabinieri e quindi polizia. I protagonisti del fatto, però, sono stati tempestivi a dileguarsi per evitare guai. E il fatto che non ci fosse nessuno ‘a terra’, fa pensare che le conseguenze fisiche non siano state serie. Meno male. Nulla di eclatante rispetto al solito, si direbbe, e forse si tratta del fatto più rilevante, sul piano della sicurezza, accaduto in quelle ore in centro. Ma.

IL DPCM DEL 13 OTTOBRE, PRIMA ‘STRETTA’ DOPO IL LOCKDOWN

«Un contrasto stridente»

Il ‘ma’ è legato alle riflessioni del periodo, anche relative al Covid e che in questo caso esulano dalle risse in senso stretto. «Continuo a pensare che il nostro ristorante, con le giuste distanze, sia sempre più sicuro di ciò che abbiamo visto per tutta la sera là fuori, fra baci, abbracci, mascherine usate in minima parte e male». A parlare è un esercente del centro che ora, come tutti, deve chiudere entro le ore 24 (e il nuovo Dpcm potrebbe ulteriormente inasprire tale misura). «Io chiudo a mezzanotte dopo aver rispettato ciò che c’è da rispettare. E là fuori, spesso, è il caos. C’è qualcosa che non torna, verso di noi ma pure verso le scuole che, paragonate a quel delirio, saranno certamente più sicure. Ovviamente da una settimana a questa parte, gli affari, gli incassi, sono crollati».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

«Coprifuoco fino al vaccino? Avvilente»

Il ‘sospetto’ è che anche quel controllo, quella vigilanza diffusa, condivisa e sociale rappresentata da esercizi e locali aperti, dopo le chiusure ‘anticipate’ sia andata a farsi benedire lasciando campo a chi ora si sente più libero di fare come gli pare. «Centro che diventa ‘zona franca’ senza locali e ristoranti? Ieri (sabato, ndR) notte sì, senz’altro. Le prossime vedremo. Certo – osserva un altro esercente – anche pensare che qui si vada avanti a repressione fino al vaccino, mette tristezza. Servirebbe un’assunzione di responsabilità collettiva che però, spesso, ancora non c’è».

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