Terni, Ast e scorie: pronto il dossier

Lunedì l’azienda lo presenterà alla Provincia di Terni: «Cambierà il modo di vedere le cose»

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Chi lo ha letto dice che «sarà una roba destinata a cambiare il modo di vedere le cose e le prospettive». E che lunedì il dossier sarà consegnato alla Provincia di Terni, rispettando così i tempi previsti dalla proroga concessa per la presentazione della relazione sul processo di recupero delle scorie di lavorazione di Ast e per il quale, a maggio, l’Ast stessa era stata ‘diffidata’: in caso di mancata risposta, era la minaccia, si rischiava la revisione delle autorizzazioni, sulla base della valutazione di impatto ambientale (Via), concesse proprio all’azienda di viale Brin.

Il dossier I dettagli – la documentazione sarebbe «corposa» – almeno per il momento sono sconosciuti, ma le anticipazioni parlano di «un documento ricco di elementi fino ad oggi poco approfonditi e, spesso, addirittura travisati», ma che «sono stati invece presi in esame in maniera scientifica e oggettiva», tanto che – dice sempre chi ha potuto leggere il dossier – «l’Ast metterà a disposizione non solo il suo punto di vista, ma anche un progetto complessivo in grado di offrire una soluzione definitiva».

Il recupero Partendo dal dato oggettivo – la discarica di Valle e le sue effettive problematicità – l’azienda di viale Brin avrebbe messo a punto «una serie di considerazioni oggettive, di proposte operative e di elementi di valutazione fino ad oggi poco o per nulla presi in considerazione che avvalorano l’idea di poter non solo abbassare considerevolmente ed in misura progressivamente tendente allo zero la quantità di materiali conferiti in discarica, ma anche di mettere in piedi un procedimento di ‘riuso attivo’ delle scorie stesse che permetterebbe di puntare alla totale bonifica del sito di Valle».

Il progetto Detto così, somiglia effettivamente ad un ‘libro dei sogni’ – oltre che ad una risposta indiretta al progetto presentato dalla ternana Rmt e ad un rilancio dell’idea della ‘gara europea’ – ma all’Ast sembrano invece convinti che la cosa possa funzionare sul serio: di fatto si tratterebbe di una roba mai sperimentata prima – e infatti i parametri di riferimento, a livello planetario, non ci sono – e la cosa, proprio per questo è complicata di brutto. La Provincia, sempre che la Regione non avochi a se pure questi temi, ha una bella gatta da pelare.

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