Terni, automezzi fermi: polizia senza fondi

Per la ‘Provinciale’ non solo incertezze sul futuro: anche l’attualità preoccupa

Condividi questo articolo su

Sono state le buche stradali – guarda caso – a rivelare che le sospensioni di quel Forester Subaru della polizia provinciale, alimentato a gpl, avevano ormai terminato il loro ciclo vitale. Così gli agenti si sono attivati per sostituirle ma dagli uffici di palazzo Bazzani sarebbe arrivato lo ‘stop’: non ci sono i soldi e la manutenzione – un lavoro da 1.500 euro, occhio e croce – è finita in stand by, in attesa di tempi migliori. Con buona pace del Forester, attualmente fermo in garage.

All’asciutto Che gli interventi statali sulle province, oltre a creare dubbi e incertezze sull’esistente, avessero anche portato a una drastica riduzione di fondi, era cosa nota. Tanto che, per fare un esempio, la stessa polizia provinciale di Terni naviga ormai ‘a vista’. E quando si parla di automezzi – una decina in tutto quelli a disposizione degli agenti, tutti necessari per le attività di ‘area vasta’ che caratterizzano il Corpo – bisogna appellarsi al Santo di turno per ottenere il pieno di carburante o le necessarie riparazioni. Visto che di chilometri sulle spalle, i mezzi ne hanno parecchi e qualcuno – è il caso del distaccamento di Orvieto – è stato già spedito in soffitta. Perché ripararlo neanche conviene più.

Spiccioli Il bilancio 2015 dell’ente non è stato ancora definito ma, al momento, per la manutenzione dei mezzi della polizia provinciale ci sarebbero più o meno 2 mila euro a disposizione per tutto l’anno. In pratica con un paio di cambi-gomme, altrettante batterie e qualche frizione, i soldi sono già belli che finiti. Ora si cercherà di racimolare qualcosa dai fondi di bilancio, ma il dato provvisorio la dice lunga sulle condizioni in cui, nonostante lo spirito di attaccamento al servizio e la professionalità che li caratterizza, sono costretti a lavorare i circa 15 agenti del comando.

Futuro incerto Loro continuano ad operare – centinaia anche in questi giorni gli interventi di ‘contenimento’ in ambito venatorio – nonostante tutto. E nonostante si metta in discussione tutto ciò che di ‘accessorio’ c’è nei loro stipendi. Tanto che anche gli straordinari sono ormai un problema. Per il futuro, con la famigerata soppressione delle province, l’ipotesi sembra essere quella di un trasferimento degli agenti alle singole polizie municipali del territorio. Un fatto che potrebbe aprire problemi di competenze sul piano operativo, con le polizie ristrette nei propri ambiti, a fonte di attività – la caccia e la pesca, ma anche le verifiche sul fronte ambientale – che per loro natura possono interessare più territori comunali limitrofi e non sono relegabili entro confini ben precisi.

I sindacati Un’ipotesi, quella del trasferimento ai comuni, che non va giù ai sindacati nazionali – Cgil, Cisl, Uil – del comparto pubblico: «Il trasferimento del personale ai comuni – scrivono le sigle di categoria – farebbe venir meno, per il Paese, un importante strumento di lotta alle frodi ambientali e di contrasto alla malavita organizzata. Contrasteremo questa ipotesi con tutti i mezzi necessari». Non diversamente, il vice presidente della provincia di Terni, Giampiero Lattanzi, è intervenuto sulla questione-tagli, evidenziando i possibili rischi per le attività dell’ente.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli