Terni: avvisi Tari contestati. Il Comune annulla sanzioni e interessi

Il confronto con le associazioni di categoria ha portato alla determina dirigenziale che riconosce la buonafede degli esercenti

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Da un lato la buonafede degli esercenti, dall’altro la disponibilità del Comune di Terni – l’incontro fra le associazioni di categoria, l’assessore comunale al bilancio Orlando Masselli e i tecnici dell’ente è avvenuto il 3 aprile – a trovare una soluzione. Tutto ciò ha portato all’annullamento delle sanzioni e degli interessi relativi agli avvisi Tari dal 2016 a seguire, recapitati da Municipia a decine di attività ternane fra il novembre del 2022 e il marzo del 2023. La determina dirigenziale, a firma di Grazia Marcucci, è stata pubblicata venerdì e riguarda circa settanta attività commerciali che avrebbero utilizzato aree scoperte non dichiarate ai fini Tari. Nel documento si riepilogano anche le ragioni sostenute dalle associazioni di categoria, ovvero che «i contribuenti non avevano mai ricevuto fatture relativamente alla Tari per le aree oggetto di contestazione, al momento del rilascio delle autorizzazioni per l’occupazione del suolo pubblico, gli incaricati non li avevano resi edotti della circostanza che l’occupazione era soggetta anche a tassazione Tari e che il modulo prestampato per la dichiarazione della tassa rifiuti non era chiaro e conteneva indicazioni specifiche soltanto per la parte inerente la produzione di rifiuti speciali, ma non anche per le occupazioni di suolo pubblico. Inoltre nel suddetto modulo non veniva specificata l’ipotesi di aree in concessione; in particolare, nel modello per le utenze non domestiche, in riferimento a locali ed aree ubicate nel Comune di Terni, non veniva prevista l’ipotesi di concessione/autorizzazione all’uso di suolo pubblico». Argomenti che hanno portato l’amministrazione comunale a decidere per l’annullamento di interessi e sanzioni – sin qui versati solo in minima parte rispetto alle ‘cartelle’ recapitate nei mesi scorsi – con ricalcolo delle rateizzazioni a cui i privati possono accedere per evitare il pagamento ‘una tantum’.

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