Terni, azienda vuole ampliamento in via Maestri del Lavoro: ok a interesse pubblico

Via libera alla Soff-Art: riconosciuta l’essenzialità del servizio e non la delocalizzabilità. Motivo? Lavoro, assunzioni e commesse

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di S.F.

Interesse pubblico, essenzialità del servizio e non delocalizzabilità dell’iniziativa. Sono i tre aspetti che l’esecutivo a guida Leonardo Latini ha riconosciuto per alcune aree di via Maestri del Lavoro per consentire ad un’azienda privata di poter – in estrema sintesi – allargarsi nel rispetto delle condizioni di sicurezza legate all’assetto idraulico e geomorfologico. Si tratta della Soff-Art che, lo scorso 30 novembre, aveva protocollato l’istanza al Suape per l’ampliamento attraverso una nuova costruzione.

L’area coinvolta

La motivazione: assunzioni e lavoro

Un passaggio necessario per riconoscere l’interesse pubblico per l’allargamento del fabbricato. La giunta comunale li mette nero su bianco: «La società firmataria – si legge nel documento istruttorio – produce materassi e guanciali nel proprio opificio di Terni; ha una superficie coperta complessiva di 3.000 metri quadri, di cui circa 200 adibiti a uffici e 2.800 a produzione e magazzino». Questa la premessa. Poi c’è il problema: ad oggi «il grado di utilizzo degli impianti ha superato il 90%, mentre l’occupazione degli spazi è ormai completa: pertanto, al fine di acquisire nuove commesse e procedere con l’incremento della produzione, e quindi anche alla conferma del piano di assunzioni in itinere, è necessario procedere sia con l’acquisizione di nuovi impianti e macchinari sia con l’ampliamento dell’opificio, ormai inferiore alle necessità». Che si fa dunque? «All’uopo sussiste, adiacente, uno spazio di proprietà della Glam Snc di Sciannameo Giuliano, società immobiliare afferente allo stesso gruppo familiare, che la società stessa ha concesso in diritto di superficie alla Soff-Art per l’ampliamento dell’opera da realizzare in aderenza all’opificio attuale per evidenti ragioni di opportunità produttive». Ecco la soluzione.

L’area coinvolta

Assetto idrogeologico. Sì, ma rischio esiguo

Cosa c’entra in tutto ciò il Piano di assetto idrogeologico (Pai)? Semplice, il lotto in questione – sia dove è ubicato l’opificio esistente che quello da realizzare – risulta in fascia A di rischio di esondazione con limiti stringenti di edificabilità. «L’area a rischio elevato copre gran parte della zona industriale di Sabbione, ad elevata intensità di edificazione sia produttiva che residenziale: risulta pertanto – viene specificato – esiguo il rischio specifico afferente alla porzione di lotto interessato dall’opera, mentre economicamente e socialmente elevato sarebbe il danno derivante da un mancato ampliamento. Né sarebbe un’alternativa percorribile de localizzare la nuova produzione su altro sito, data la caratteristica integrata della produzione e, quindi, la stretta interconnessione tra i vari reparti». L’amministrazione in definitiva ritiene opportuno «estendere il riconoscimento dell’interesse pubblico a tutte le iniziative connesse agli interventi di nuova costruzione, ristrutturazione urbanistica e ristrutturazione edilizia». ‘Gioco’ chiuso. La responsabile del procedimento è il geometra Marina Garzuglia, mentre i dirigenti Claudio Bedini e Grazia Marcucci hanno dato il rispettivo parere favorevole.

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