Terni, bagarre su area ex distributore v. Prati: Tar stoppa Eni

Bocciata l’istanza di sospensiva sull’input della Provincia per la prosecuzione del procedimento di bonifica. Focus su idrocarburi nel sottosuolo

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di S.F.

Semaforo rosso per l’Eni. Quantomeno per il tentativo di ottenere la sospensiva: il Tar Umbria ha respinto l’istanza della società in merito al procedimento di bonifica dell’area riguardante l’ex distributore carburanti di viale Prati, a Terni, da anni off-limits nonostante l’acquisizione da parte della Bartolini immobiliare gestioni S.p.A.. La storia comunque non finisce così.

Terni, ex distributore viale Prati: Eni porta tutti al Tar

L’area in questione

Idrocarburi e sottosuolo

Cosa ha messo nel mirino l’Eni? In primis il provvedimento-diffida della Provincia di Terni notificato alla società il 15 dicembre scorso. Riguarda l’esito delle indagini per l’individuazione del responsabile della contaminazione da idrocarburi nel sottosuolo. L’iter era stato avviato da palazzo Bazzani un anno fa, il 4 marzo 2021, per chiudere la quadra sulla procedura di bonifica. L’iter ha confermato «che la società IP S.p.A. si configura come responsabile dei superamenti individuati nel livello del terreno compreso tra –7 metri e –10 metri». Di mezzo anche numerosi altri documenti che coinvolgono la Big (attivatasi da anni per il piano di caratterizzazione), Silca srl (per via della rimozione delle cisterne), Arpa e Regione Umbria.

La scheda

Il tentativo a vuoto e il pregiudizio economico

Per il Tar non c’è motivazione per accogliere la richiesta di sospensiva: «Considerato che, nei limiti della delibazione che tipicamente connotano la presente fase e salvo ogni necessario approfondimento in sede di esame del merito, appaiono al collegio – si legge nell’ordinanza a firma del presidente Raffaele Potenza – allo stato non ravvisabili i presupposti necessari per la concessione dell’invocata tutela cautelare, attesa la mancata allegazione, da parte della società ricorrente, di un pericolo di danno connotato degli indefettibili caratteri della gravità e della irreparabilità, quale conseguenza dell’esecuzione dell’impugnato provvedimento, essendo stato dalla stessa paventato solo un pregiudizio di carattere economico derivante dalla necessità di impiegare mezzi e risorse per la prosecuzione del procedimento di bonifica, l’attuazione degli interventi e per la rimozione di eventuali corpi interrati nell’area». L’istanza è respinta. Gli avvocati coinvolti sono Francesco Valsecchi (Eni), Patrizia Bececco (Provincia di Terni), Tiziana Caselli, Luciano Ricci (Regione), Maurizio Dell’Unto e Luca Cristini (Big Spa). Non costituiti in giudizio Arpa, Comune e Silca.

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