Bretella Ast-San Carlo, variante parziale al Prg

Terni, realizzazione del collegamento di circa mezzo chilometro, step propedeutico per reiterazione vincoli espropriativi: non c’è necessità di sottoporre a Vas. Le prescrizioni

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di S.F.

Polveri e rumori, aspetti paesaggistici, urbanistici, naturalistici, idrici e geomorfologici. Tutti da tenere in considerazione per la realizzazione della bretella Ast-San Carlo e per il quale, in riferimento alla variante parziale al Piano regolatore generale del Comune di Terni, non c’è necessità di sottoporla a Vas: la comunicazione della Regione è arrivata lo scorso 24 ottobre e palazzo Spada ha preso atto procedendo con il via libera al provvedimento per la reiterazione dei vincoli preordinari all’esproprio, in scadenza (sono di durata quinquennale). Uno step obbligatorio per continuare con l’iter.

I VINCOLI ESPROPRIATIVI DECADONO: LA VERIFICA ASSOGGETTABILITÀ ALLA VAS

In fondo l’Ast

L’interesse che persiste

In estate il Comune aveva fatto scattare la procedura – da prassi – di verifica assoggettabilità alla Valutazione ambientale strategica per la variante parziale al Prg. Perché accade questo? È necessario per la reiterazione dei vincoli espropriativi attraverso un atto motivato che comporti la variazione. Insomma, senza non si può andare avanti e visto che il collegamento interessa ancora si procede: si parla nello specifico di «persistente e concreto interesse pubblico alla realizzazione della nuova opera stradale, essenziale nel miglioramento delle condizioni ambientali delle aree limitrofe al polo siderurgico». Un’implementazione della rete cittadina a «servizio dell’insediamento di Prisciano» che «aumenta la sicurezza stradale anche della vicina via Tre Venezie e promuove in maniera determinante lo sviluppo industriale del territorio, permettendo un collegamento diretto fra le acciaierie ternane e la rete stradale nazionale». Da ricordare che per la bretella c’è un finanziamento regionale del 2015: il primo acconto è stato liquidato nel dicembre 2016.

IL VIA LIBERA AL PROGETTO DI FATTIBILITÀ FIRMATO DA CUFALO: 2,8 MILIONI DI EURO

L’area a destra dello svincolo

Tracciato identico. Le prescrizioni: polveri e rumori

Una mera operazione tecnica in sostanza che, in concreto, non sposta granché al netto dei vincoli: le tavole del Prg approvato nel 2008 vengono confermate e la variante, come già detto, serve solo alla reiterazione degli atti espropriativi. Niente necessità di Vas, ma le prescrizioni non mancano: per quel che concerne polveri e rumori viene esplicitata l’adozione di misure utili alla riduzione delle emissioni durante la realizzazione, nonché l’impiego per il manto di conglomerati bituminosi autodrenanti e fonoassorbenti per un buon assorbimento delle acque meteoriche ed il contenimento dell’inquinamento acustico. Possibile il posozionamento di barriere antirumore.

La sorveglianza archeologica e la visuale

C’è anche il discorso paesaggistico: la prescrizione indica il «reimpianto delle specie arboree eventualmente da rimuovere od alla sostituzione con esemplari di adeguate dimensioni». Sarà coinvolta anche Marica Mercalli: «Riguardo alle analisi tecnico-scientifiche da parte di archeologo professionista richieste nelle fasi di sondaggio previste nel progetto, si segnala che le stesse dovranno pervenire alla competente Soprintendenza dell’inizio dei lavori, in modo da indirizzare l’attività di sorveglianza archeologica». Curioso il passaggio in merito al vincolo legato al decreto legislativo del 42 del 2004: «Occorre – viene specificato – tenere porticolare conto della percezione visiva da e verso la strada. Per evitare la monotonia del tracciato si dovranno individuare delle visuali, selezionando viste preferenziali di punti paesaggisticamente ‘sensibili’ (luoghi di interesse storico, culturale, religioso, naturalistico) e dai rilievi circostanti; dovrà essere prevista e tenuta in debita considerazione ai fini della progettazione la percezione dinamica che gli utenti della strada avranno di alcune visuali».

L’area adiacente rispetto a dove sorgerà la bretella

La frammentazione del verde e le tubazioni

Il tracciato previsto passa a poche decine di metri da abitazioni e zone verdi. Ci sono input anche in questo caso: «Per la vegetazione è opportuno integrare gli elementi vegetali che potrebbero rimanere isolati a causa del passaggio della strada, per non innescare un processo di frammentazione del verde o di degradazione dell’orditura del paesaggio agrario». Già verificato un ostacolo di tipo idrico: lungo il percorso infatti ci sono «diverse tubazioni della rete in gestione Sii come verificato da Asm che potrebbero interferire con la suddetta opera; necessario che nella progettazione esecutiva sia prevista una ricognizione sulle interferenze idriche richiedendo preventivamente alla Sii relativi sopralluoghi per l’individuazione precisa». Probabile che ci sia bisogni di fare degli spostamenti: «Gli interventi – si legge – dovranno essere espletati e realizzati come previsto nel regolamento Ati 4 (ora Auri) approvato assemblea dei sindaci il 28 maggio 2010, secondo cui gli enti locali hanno I’obbligo di realizzare le opere necessarie per provvedere all’adeguamento e/o interferenze del servizio idrico in relazione alle scelte urbanistiche, previo parere di compatibilità con il Piano di ambito e a seguito di convenzione con gestore del servizio».

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