«Non abbiamo nessun pregiudizio nel dialogo, ma nessuno pensi allo spezzatino del sito ternano, soprattutto in un momento di crisi causa Covid, un momento in cui il lavoro andrebbe preso e non mollato»: l’allarme riguarda la Savit di Terni, azienda metalmeccanica specializzata nella manutenzione dei mezzi pubblici, e a lanciarlo è l’Ugl metalmeccanici dopo un incontro con l’amministratore unico della società, Paolo Ghezzi (nonché dirigente di Busitalia), e con il direttore Andrea Cervicari. Questi hanno infatti dichiarato l’intenzione di cedere una lavorazione che da sempre viene svolta dai lavoratori interni, cioè l’attività di rifornimento e pulizia dei mezzi.
Azienda 100% pubblica
«Abbiamo sempre sostenuto che Savit è una azienda strategica per il sistema dei trasposti di Bus Italia nel territorio umbro – dichiarano il segretario Ugl Metalmeccanici, Daniele Francescangeli, e il delegato rsu Diego Mattioli -, ma temiamo nella non lungimiranza delle loro future strategie. L’azienda conferma di voler ricercare e migliorare le proprie professionalità all’interno di un contesto dei trasporti pubblici. Savit è una azienda metalmeccanica a capitale completamente pubblico e di conseguenza ha anche un ruolo di grande responsabilità nel consentire con le proprie manutenzioni un servizio efficiente e sicuro per la popolazione ternana». I rappresentanti dell’Ugl si dicono «pronti al dialogo» ma rimangono fermi nel «non accettare che lavoratori diretti che da 20 anni operano con fedeltà e professionalità possono essere ceduti ad altre aziende o ad altri contratti senza che siano loro a decidere».
Cos’è la Savit
La Savit srl (Servizi per autobus e veicoli industriali Terni) è stata costituita nel 2000 su iniziativa dell’Atc Terni, l’allora Azienda trasporti consorziali della provincia di Terni. Attualmente è una società soggetta a controllo, direzione e coordinamento di Busitalia Sita Nord Srl (gruppo Ferrovie dello Stato italiane), che ne detiene il 100% della proprietà. In totale sono un centinaio i lavoratori complessivi dell’azienda, che ha sede a Terni ma che opera anche a Perugia, Gubbio, Foligno, Assisi e Orvieto. Sei, esclusi quelli delle ditte esterne, i lavoratori che sarebbero interessati alla cessione.