di F.T.
Sindacati e lavoratori speravano, ma forse non ci credevano più di tanto, che al tavolo sedessero anche le committenti – Telecom ed Eni Luce e Gas – per affrontare i nodi legati alla gestione del call center con qualche freccia in più al proprio arco. Invece erano proprio loro gli unici assenti, fra tutti i soggetti attesi all’incontro convocato per giovedì pomeriggio in prefettura.
DOPO L’INCONTRO: PARLANO I SINDACATI
L’esito dell’incontro, coordinato dal prefetto Gianfelice Bellesini e durato oltre tre ore, è stato definito dagli stessi sindacati «interlocutorio». Qualche impegno, da parte della proprietà, sulla questione degli stipendi pagati a metà, sulla ripresa delle attività di Overing, circa volontà di tornare attorno ad un tavolo e ripartire – a Terni e non altrove – e poco altro. Chi si aspettava chissà che, è rimasto deluso. Ma forse gli spazi per ragionare non erano poi così ampi.
L’azienda Il direttore del call center, Fabrizio Ciocci, ha ricostruito – dal suo punto di vista – le tappe che hanno portato l’azienda a vivere una situazione complicata sul piano finanziario – l’andamento del mercato, una produttività che negli ultimi sei mesi non avrebbe raggiunto gli obiettivi prefissati – e quindi a decidere in extremis di liquidare soltanto a metà gli stipendi di febbraio, senza comunicazioni preventive. Su questo fronte l’impegno della dirigenza è stato quello di pagare la parte restante entro il 20 marzo, ripristinando la normalità a partire dalla mensilità successiva.
Nodo Overing In merito ai venti lavoratori a cui era stata annunciata, a voce, la cessazione del contratto, l’azienda si è detta «pronta a riprendere l’attività con la stessa forza lavoro, appena sarà possibile partire con una nuova commessa». Il tutto mantenendo però un «monitoraggio costante sui livelli di produttività dei singoli», evidentemente per valutare, strada facendo, chi mantenere in ‘rosa’ e chi no.
Sanzioni Dalla Direzione territoriale del lavoro è giunta la conferma delle sanzioni comminate alla K4Up dal 2008 ad oggi: tre maxi verbali – tutti appellati dalla stessa azienda attraverso i propri legali – per un totale di circa 2 milioni di euro. In tutti i casi le sanzioni sono legate al fatto che per la DTL, i lavoratori del call center sono dipendenti e non semplici collaboratori, con tutto ciò che ne consegue sul piano contrattuale.
Il prefetto ha coordinato il confronto, partendo da un punto di vista preciso: «In questo momento il discorso non può vertere su un piano sindacale. Qui si sta parlando dell’esistenza stessa dell’azienda, alle prese con difficoltà oggettive. Dobbiamo fare il possibile per salvaguardarla e far sì che rimanga ad operare in questo territorio».
Le singole questioni affrontate durante la riunione – a cui hanno preso parte il sindaco Leopoldo Di Girolamo, la Direzione territoriale del lavoro, l’Inps, la Regione, i sindacati e la proprietà del call center – verranno discusse nell’assemblea dei lavoratori convocata per venerdì pomeriggio. Sarà quella la sede per pesare reazioni, umori e decidere i passi da compiere. Il tavolo aperto in prefettura è stato invece aggiornato a martedì 17 marzo.
Il prefetto Al termine della riunione, il prefetto Bellesini ha dichiarato che «è fondamentale salvaguardare le commesse, per preservare la sopravvivenza delle aziende nel territorio ternano e, quindi, l’occupazione degli addetti. A questo risultato devono puntare amministrazione, operatori e sindacati, approfondendo le ragioni della mancata performance per invertire la rotta».