«Terni-Civitavecchia, altro passo falso»

Melasecche (I love Terni): «Manca la capacità di raccordo fra le istituzioni per giungere entro breve alla decisione conclusiva sul cosiddetto ‘percorso viola’»

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Enrico Melasecche

di Enrico Melasecche

Gruppo consiliare “I love Terni”

Un nuovo passo falso per la Terni-Orte-Civitavecchia. Bocciato il ‘tracciato verde’ dal Ministero dell’Ambiente. Manca la capacità di raccordo fra le istituzioni per giungere entro breve alla decisione conclusiva sul cosiddetto ‘percorso viola’ sollecitato da tempo dal sindaco Mauro Mazzola di Tarquinia, presidente della Provincia di Viterbo.

Dagli anni ’70, sono trascorsi circa quarant’anni e la necessità di realizzare la superstrada Terni-Orte-Civitavecchia (peraltro quale tratto terminale di una variante dell’ex corridoio 5, Kiev – Venezia-Civitavecchia-Barcellona) fa parte dei progetti europei ma anche e soprattutto di programmi di partiti, sindaci, presidenti di regione, parlamentari, ministri.

Quest’opera promessa, fin qui in modo non conclusivo, alle industrie che insistono sul nostro territorio per il collegamento diretto con il Tirreno e in particolare con il porto di Civitavecchia, a cominciare dalle acciaierie e dalla chimica in perdita di competitività. Un’opera che viene sistematicamente posta fra le priorità di ogni accordo di programma che si rispetti e in ogni documento conclusivo delle vertenze relative alla Thyssen Krupp – Acciai Speciali Terni Spa.

La necessità di completare l’ultimo tratto di quella trasversale, Monte Romano-Civitavecchia, appare oggi ancor più urgente in considerazione che fervono i lavori per la costruzione del penultimo tratto Cinelli-Monte Romano, finanziato dalla Regione Lazio. Le notizie che giungono dal Ministero dell’Ambiente sono negative in quanto fra i percorsi possibili a livello di progetto, quello ultimo esaminato, denominato ‘verde’ per la colorazione assegnata nella mappa dell’Anas è stato bocciato, con il risultato di bloccare per l’ennesima volta la definizione di un’opera su cui lo stesso ministro Del Rio aveva dato assicurazioni, in occasione della recente visita in Umbria, perdendo in questo modo altri due anni preziosi, come dichiara lo stesso sindaco di Tarquinia del Pd, Mauro Mazzola, peraltro presidente della Provincia di Viterbo.

A ben vedere, erano note a tutti da tempo le osservazioni di molti attori locali a cominciare da varie associazioni ambientaliste, che avevano ripetutamente criticato quella soluzione con numerose argomentazioni fra cui, la principale, era quella della devastazione della valle del Mignone che, in caso di approvazione di quella ipotesi progettuale, sarebbe stata cementificata da un mega viadotto che ne avrebbe deturpato il paesaggio, ma anche quella del Comune di Tarquinia che proponeva il percorso cosiddetto ‘viola’ da realizzare in tre stralci funzionali, il quale, leggermente più a nord, ne lambisce l’abitato accompagnando più dolcemente il naturale declivio delle colline con un impatto sul paesaggio di gran lunga inferiore, utilizzando peraltro in parte il percorso già esistente.

Si invita, quindi, il sindaco ad esercitare in modo ben più determinato la delega allo sviluppo economico e piuttosto che cullarsi nella creazione di comitati come il Civiter, del tutto inadatti a produrre, come dobbiamo purtroppo constatare, risultati concreti. Dovrebbe piuttosto intervenire in convegni e riunioni di addetti ai lavori, dedicando al problema in oggetto l’impegno che merita onde evitare che i 472 milioni stanziati per quell’opera vengano, come accaduto spesso in passato, dirottati all’ultimo minuto verso altre opere di emergenza o verso risparmi dettati da problemi di bilancio statale, responsabilità gravissima di chi oggi governa il nostro territorio a cominciare dalla Regione dell’Umbria che ha, comprensibilmente, dedicato ben altre energie, al collegamento dell’Umbria con l’Adriatico e comunque alla trasversale molto più a Nord costituita dalla Fano-Grosseto.

Deve prendere urgentemente contatto con il sindaco di Tarquinia, peraltro del suo stesso partito e, fissando un incontro con il ministro Del Rio che qui a Terni aveva garantito che quell’opera avrebbe avuto una sollecita realizzazione, solleciti con il suo omologo l’adozione della la cosiddetta ‘soluzione viola’, l’unica che da tempo quel territorio aveva ufficialmente proposto, escludendo con spiegazioni chiare e condivisibili quella ‘verde’ la cui problematicità oggi viene confermata dallo stesso Ministero dell’Ambiente che lo ha bocciato, dando prova che le Istituzioni sia a livello nazionale ma anche territoriale non dialogano a sufficienza fra di loro.

Si invita anche a evitare che prevalgano pulsioni negazioniste, sempre e comunque, che, partendo da una cultura nichilista ed arcaica vorrebbero riportare il mondo a una sorta di economia curtense e priverebbero i nostri territori di opere pubbliche fondamentali per favorire sviluppo, benessere ed occupazione, ma anche sicurezza stradale, con il rischio di perdere un’occasione importantissima di investimenti importanti per il futuro di questa parte essenziale del Paese che ha nell’area metropolitana della Capitale il centro nevralgico.

Infine si domanda di riferire in aula i risultati dell’incontro con il ministro e il cronoprogramma relativo agli impegni necessari alla nuova progettazione esecutiva, ai passaggi al Cipe, alla gara, alla durata dei lavori e alla data di presumibile completamento dell’opera che le industrie del nostro territorio come la nostra popolazione attende da tempo immemore per il completamento del collegamento diretto con il Tirreno in particolare con il porto di Civitavecchia, porto di Roma, industriale e turistico, impegnando, se disponibile, anche il sindaco M5S di questa città in una battaglia comune dall’esito finalmente certo.

 

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