Terni: «Comune vende gioielli di famiglia»

di Sergio Cardinali
del Dipartimento nazionale chimico farmaceutico della Filctem Cgil

E pensare che solo una settimana fa eravamo a consigli comunali congiunti a dare il via ad una nuova fase per il territorio, ternano-narnese, impregnato di slancio progettuale e sviluppo.

Poi la dura realtà. Infatti la giunta del Consiglio comunale di Terni il 6 marzo ha deciso di avviare il percorso per privatizzare le azienede pubbliche di proprietà dell’ente, ed oggi è approdata in Commissione. Aziende pubbliche che ricordiamo annoverano al loro interno la presenza delle farmacie municipalizzate e l’azienda multiservizi Asm.

Entrambe in attivo, entrambe che producono utili per le flebili casse del Comune di Terni. Questa la notizia dell’Assessore Vittorio Piacenti ad una aasemblea dei pensionati ai quali ha così rassicurato risorse per il sostegno sociale.

Peccato che questo sarà garantito per quest’anno, per il prossimo, e poi le risorse economiche saranno finite e non avremo più le entrate che oggi le aziente garantiscono.

E pensare che sull’Asm abbiamo caricato il salvataggio dell’Isrim, peraltro non ancora realizzato. Umbria Energy che doveva rappresentare un grande trade energetico di valenza regionale ed anzi superare i confini; questo patrimonio dovrà sicuramente avere un ruolo primario nel nuovo sviluppo territoriale, nel riassetto regionale dei servizi, operazione necessaria.

E pensare che nel nord della regione solo qualche giorno fa si votava il mantenimento pubblico della Valle Umbra Servizi. Scelta diametralmente opposta. Boh!

E pensare che l’Asm sta ancora facendo da banca ai comuni che usufruiscono del servizio della raccolta e smaltimento dei rifiuti e non pagano, o pagano con forte ritardo.

E che dire del ruolo dell’infrastrutturazione del territorio con le fibre ottiche i servizi telematici della City grid. Tutto abbandonato, oppure lo affideremo come al solito aqualche soggetto privato che ne trarrà i fortissimi benefici.

E pensare che le aziende sono sane proprio per il sacrificio dei lavoratori, alla mancata applicazione del turn over, all’aumento dei carichi di lavoro, ai tagli sui servizi e sugli investimenti.

Ed oggi che le aziende producono ancora utile per la comunità, ancora prima di riscuotere il debito di Acea nei confronti di Umbria Energy, li vendiamo! E tutto ciò viene deciso senza il minimo coivolgimento di quei lavoratori e delle parti sociali che li rappresentano.

È peraltro lo stesso percorso fatto per la cessione delle centrali dell’Enel, per una privatizzazione europea fatta solo dal paese Italia, e che è costato al territorio la cessione dell’idroelkettrico ternano, che oggi sarebbe tornato molto utyile alla causa territoriale.

Prove tecniche per somigliare sempre di più al Governo Renzi! Oppure è semplicemente una operazione del tipo ‘una notte da leoni e il giorno dopo da co………’.

O ancora ci dobbiamo attendere quello che è accaduto per l’Eni dove alle dichiarazioni di cessione di azioni del ministero del tesoro è intervenuta subito dopo la smentita del viceministro, che ha ribadito la strategicità dell’azieda per il Paese, ed inoltre è il momento peggiore per vendere. Vedremo nelle prossime ore.

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