La cosa è talmente rara che alla fine ci scappa pure l’applauso. Votazione all’unanimità in consiglio comunale per l’atto di indirizzo predisposto dalla I° commissione consiliare sul teatro Verdi: l’obiettivo è dare un ulteriore impulso alla giunta per la ‘battaglia’ in atto con la soprintendenza sulla tipologia di intervento. Il tema è sempre il solito: cinema-teatro da restaurare (soluzione indicata da Marica Mercalli) contro la riqualificazione per farlo diventare ‘all’italiana’. L’amaro realismo dell’assessore Enrico Melasecche: «Ciò che dice il documento è già quello che stiamo facendo. Ci dovremo arrampicare sugli specchi».
TEATRO VERDI, STRATEGIA AL VAGLIO IN I° COMMISSIONE CONSILIARE

Melasecche e il confronto con Chianella
Innanzitutto Sara Francescangeli (presidente della I° commissione) ha spiegato la linee dell’atto di indirizzo e subito ha preso la parola Melasecche per un aggiornamento della situazione: «Lunedì mattina – ha spiegato – mi sono recato in Regione e ho incontrato l’assessore Giuseppe Chianella per una serie di temi quali la Bretella Terni-Est e il nuovo ponte sul raccordo Terni-Orte per completare la Gabelletta-Maratta. Con l’occasione anche del teatro Verdi: la situazione non è cambiata molto dopo gli incontri nella sede regionale della soprintendenza perché ci sono difficoltà obiettive dovute al vincolo che blocca quella ipotesi che la precedenza amministrazione era convinta di poter perseguire. Doccia gelata, non più percorribile. Volevo ricostruire la scatola esterna per l’adeguamento sismico e con tecnologia al massimo. Ci stiamo lavorando, dovremo fare la verifica con il sindaco Leonardo Latini di alcune ipotesi per iniziare una strada che possa portarci ad avere un teatro che non sia banale, che non costi una cifra esagerata e che sia sicuro. Tentiamo di perseguirla perché l’immobilismo non ci distingue».
Il ‘no’ al cinema-teatro
C’è una cosa sul quale sono tutti d’accordo, pur consci che il vincolo posto nel 2015 è una montagna molto complicata da scalare. Emanuele Fiorini (Lega) punta su altro: «Prima di tutto va verificato il danno erariale e portare tutto alla Corte dei conti, perché il progetto è costato molti soldi». Seguono gli esponenti del M5S, a partire da Thomas De Luca: «Si tenga conto dell’ambizione della città, non si può essere genuflessi rispetto alle scelte sbagliate della vecchia amministrazione». Quindi Patrizia Braghiroli: «Ci meritiamo un vero teatro, ma per far questo bisogna che l’amministrazione si prenda le proprio responsabilità. La giunta deve scegliere quale strada intraprendere. Sappiamo solo che la soprintendenza intenderebbe portare l’amministrazione a restaurare e riqualificare il cinema-teatro così com’è». Per Paolo Cicchini (Lega) il «vincolo posto è benedetto perché non mi meraviglierei se qualcuno avesse avuto l’intenzione di farci qualcos’altro. No al cinema-teatro, serve chiarezza e fare un progetto preliminare. Anche la fondazione Carit aveva intenzione di portare avanti un progetto, necessaria unità in questo consiglio comunale per portare avanti la battaglia. Nel teatro si rispecchia la civiltà di un popolo». Da Alessandro Gentiletti (Senso Civico) c’è il sostegno a Melasecche in quanto «è impegnato nel fare, lo sosteniamo e la sua azione deve essere incoraggiata. Il vincolo svolge funzione positiva perché protegge la peculiarità del Verdi». Francesco Maria Ferranti (FI) ha descritto l’atto come un documento «che dà ulteriore stimolo alla giunta, già attiva nei confronti delle altre istituzioni». Michele Rossi ha fatto presente che tutto è nato da una sua iniziativa sviluppatasi nel tempo e – alla pari degli altri – di essere soddisfatto per il lavoro svolto: «Con questo atto vengono messi quattro paletti essenziali, che noi andiamo a mettere all’esecutivo, la città senza il suo teatro è una città persa. Non vogliamo la semplice riqualificazione dell’esistente, non un cinema teatro, ma un teatro all’italiana. Ora redigere un progetto preliminare».
TEATRO VERDI, IL PROCEDIMENTO AL TAR DELL’UMBRIA: «REVOCA ILLEGITTIMA»

La curiosità di Paolo Angeletti e la risposta di Melasecche
L’ultimo intervento è del rappresentante di Terni Immagina: «Bene, ma quali sono i prossimi passi?». A chiudere è l’assessore Melasecche: «L’atto di indirizzo dice già quello che stiamo già facendo. Chiaro che ci dovremo arrampicare sugli specchi – l’amara realtà – per tentare di perseguire l’obiettivo che vogliamo. I tempi non son facilmente definibili seppur le risorse per dare l’incarico professionale le avremmo. Risorse interne? Invito a parlare con l’assessore Sonia Bertocco perché siamo sotto organico in maniera assoluta. Non ce la facciamo e il tempo che investiamo è per lo più riferito alle gare, ovvero il 50% dell’attività degli uffici. Si parla di bandi, delibere, piattaforma informatica, attendere risposte. Procedure complesse e lunghe. Facile che le imprese facciano ricorsi, valuteremo quale incarico dare. Spiegheremo alla soprintendenza il progetto architettonico di massima e magari ci sarà una valutazione con lo studio di progettazione milanese per risparmiare qualche migliaia di euro: credo occorra uno step di tipo architettonico generale in questa fase. Fare i buchi nell’acqua mi spiace e spendere soldi a vuoto mi spiace, il problema sono i paletti e chiederemo all’architetto che sappia coniugare il polo positivo con uno negativo. Spero non il corto circuito. Di certo vogliamo rimuovere questa stasi nel quale siamo precipitati dopo l’apposizione del vincolo e gli incontri con la Mercalli. Qualche segnale c’è, ma serve evitare di fare nuovi errori». Approvato all’unanimità, ma per la soluzione – auspicata da tutti – la questione resta molto complicata.