Terni: «Costretto ad un prestito per curarmi dai privati»

La storia di un 63enne malato urologico: «Intramoenia sospesa e liste di attesa lunghissime, dov’è la sanità pubblica?»

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di F.L.

«Perché non parlare di quello che sta succedendo a Terni? Non è possibile fare visite, le liste di attesa sono pazzesche e hanno chiuso addirittura l’intramoenia. Occorrono dai 20 ai 30 giorni per delle analisi. Personalmente mi sono fatto prestare i soldi per andare dai privati, per un tampone e due visite (urgenti) ho speso 480 euro. Si può?». La segnalazione arriva da un ternano 63enne, da un paio di mesi costretto a convivere con un problema urologico che – racconta – sperava di risolvere rivolgendosi alla sanità pubblica e che invece continua a trascinarsi nonostante i tanti soldi spesi di tasca propria. Un esempio di come il sistema sanitario pubblico stenti a riprendere il suo normale corso, nonostante la fase più acuta dell’emergenza Covid-19 sia superata.

La vicenda

«Sono due mesi che convivo con un dolore invalidante – spiega il paziente a umbriaOn -. Quando è scoppiato, ancora in fase di lockdown, mi sono rivolto ad un primo professionista, in regime privato, che mi ha prescritto due cure, ma senza successo. Lo stesso medico mi ha anche prescritto un tampone uretrale, ho chiesto all’Usl Umbria 2 se era possibile prenotarsi ma mi hanno spiegato che il servizio era sospeso. Così anche in questo caso l’ho dovuto fare privatamente, pagando più del doppio del pubblico. Il problema però non si è risolto, io continuavo a stare male. A maggio ho provato allora a richiedere, sempre tramite l’azienda sanitaria, la prenotazione di una visita in intramoenia, ma anche in questo caso la risposta è stata che il servizio era sospeso». E così la ‘peregrinazione’ del 63enne è continuata in un altro studio medico privato, anche in questo caso purtroppo con scarsi risultati. «Dopo aver abbandonato una nuova cura che non aveva avuto effetto, l’urologo mi ha prescritto una ecografia che, se avessi aspettato i tempi di attesi dell’Usl, non avrei fatto prima di fine luglio. Per dei semplici esami delle urine invece occorrono dai 15 ai 30 giorni». Ora – raggiunti i 480 euro complessivi di spesa – l’uomo vorrebbe rivolgersi ad un terzo professionista, stavolta finalmente in regime di intramoenia. «Proverò a sentire se le liste sono state riaperte, ma l’arretrato è sicuramente molto lungo. Certo è che è impensabile spendere una barca di soldi per curarsi privatamente, soprattutto quando non tutti sono in grado di farlo».

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