Terni, crisi e Covid: entrate comunali e riscossione coattiva, novità rateizzazione

Pronta la proposta da discutere in consiglio comunale: si cambia l’articolo sulle rateizzazioni. Novità per scaglioni, cifre e numero massimo di rate per il pagamento

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di S.F.

La complicata situazione economica generale e il peggioramento dovuto all’ultimo biennio caratterizzato dal Covid. Con forte crisi di liquidità che ha coinvolto numerose imprese del territorio: è una delle motivazioni alla base della proposta di modifica del regolamento di disciplina per la riscossione coattiva delle entrate comunali – approvato in consiglio nel luglio 2020 – pronta ad essere discussa in III commissione consiliare. Le novità sono diverse con mirino in particolar modo rivolto alla possibilità di rateizzazione. Vale a dire l’articolo 8.

IL REGOLAMENTO ATTUALE: SI METTE MANO ALL’ARTICOLO 8

Il regolamento attuale: le rateizzazioni

La ripartizione del pagamento

Allo stato attuale il responsabile del tributo, dell’entrata patrimoniale o il soggetto affidatario della riscossione forzata può concedere la rateizzazione – su richiesta del debitore ovviamente – per un massimo di trentasei rate con importo minimo stabilito in 100 euro. Per farlo in allegato occorre presentare l’ultimo estratto conto e quello riferito al 31 dicembre dell’anno precedente, più le proprietà immobiliari o dichiarazione Isee aggiornata. C’è un problema non di poco conto. Al momento non sono disciplinate dichiarazioni e documentazione da produrre nel caso in cui l’input arrivi da società di persone, di capitali o ditte individuali per avere la possibilità di accesso alla dilazione. Viene creato l’articolo 8 bis per risolvere questo ‘vuoto’ normativo.

La dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci

Crisi Covid, si cambia

Ed ecco il nodo della questione. La crisi economica e soprattutto il Covid hanno creato una forte crisi di liquidità alle imprese e, di conseguenza, sono aumentati gli avvisi di accertamento di natura tributaria. Anche per diversi anni d’imposta. Da qui l’elevato numero di richieste di rateizzazione con input per una maggior dilazione rispetto a quanto prevede attualmente il regolamento comunale. Non solo. Un altro aspetto critico è l’onerosità riguardante la concessione della garanzia fideiussoria (soglia prevista a quota 20 mila euro) e la difficoltà dei contribuenti ad ottenerne il rilascio. C’è dunque la proposta di modifica per assicurare la chance di rateizzazione e, al contempo, salvaguardare la riscossione a favore di palazzo Spada.

Giulia Scosta

In che modo: nuovi scaglioni e numero rate

In sostanza – sempre che la proposta venga approvata in consiglio comunale –  si rimodulano gli scaglioni degli importi da rateizzare (via il limite dei 100 euro, fino a 1.000 sarà possibile pagare in sei tranche) ed il numero massimo delle rate (oltre i 20 mila euro, la novità principale, saranno settantadue con il piano ordinario e, in caso di affanno, rateizzazione fino a centoventi rate con importo costante). Vengono inoltre limitati gli adempimenti a carico dei contribuenti nell’iter di richiesta per agevolare l’accesso alla rateazione e, infine, c’è lo stop alla presentazione della garanzia fideiussoria per cifre superiori ai 20 mila euro. Il mancato pagamento di due rate – anche non consecutive – nel giro di sei mesi comporterà la decadenza automatica dell’accesso alla dilazione di pagamento. La direzione coinvolta è quella alle attività finanziarie guidata da Grazia Marcucci, mentre la responsabile del procedimento è la funzionaria Giulia Scosta.

La critica

Sul tema – giovedì mattina c’è stata la III commissione – interviene Alessandro Gentiletti di Senso Civico: «L’assessore al bilancio, per coprire l’incapacità della sua amministrazione di recuperare l’evasione, oggi ha proposto in terza commissione la modifica del regolamento di riscossione dei tributi. Praticamente verrà tolto l’obbligo di una fideiussione per coloro che vogliono rateizzare. Non capisco perché i cittadini che invece hanno debiti con le nostre partecipate o altre posizioni e pendenze non possano avere la stessa opportunità. Perché questa procedura debba riguardare soltanto le posizioni tributarie. Ottenere una fideiussione è davvero una impresa sempre più difficile, soprattutto per i piccoli contribuenti. Andare a chiedere garanzie a terzi rischia spesso di indebitare ancora di più. Quando due anni fa ho proposto un regolamento che andava nella stessa direzione per i debiti non tributari, fu proprio Fratelli di Italia a modificarlo inserendo l’obbligo di fideiussione, ancora in vigore per quelle entrate. Una previsione che ha disencentivato tanti che avrebbero voluto sanare le loro pendenze con l’amministrazione. L’obbligo va subito tolto anche da lì, perché il mio regolamento torni allo spirito originario, che è quello di favorire uno spirito e un dialogo conciliativo fra amministrazione e cittadini, soprattutto nelle tante pendenze che li riguardano. Le stesse procedure inoltre devono essere previste per tutte le nostre partecipate e per tutte le tariffe, a partire dalla Taric, che tanto sta pesando sulle tasche dei cittadini ternani. Tutti devono poter essere messi in grado di rateizzare in base alle proprie necessità e cosi emergere dalla situazione di indebitamento. Ne guadagna – conclude – la città e l’amministrazione. In questo senso mi sono attivato fin da subito con la predisposizione di un atto di indirizzo. Lo ripeto da anni, colpire i grandi evasori e favorire il dialogo con i piccoli contribuenti deve essere la priorità dell’azione amministrativa».

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