Terni: «Degrado ed erba alta per colpa della burocrazia»

La protesta dei residenti del complesso Cospea 2 di via XX Settembre: il mancato passaggio dei giardini da Ater a Comune blocca la manutenzione del verde

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di Federica Liberotti

Oltre 150 famiglie costrette a vivere tra l’incuria e l’erba alta, rinunciando a quello che oggi – tra l’emergenza coronavirus e l’arrivo della bella stagione – potrebbe essere un prezioso polmone verde, tutto da vivere: succede nel complesso residenziale Cospea 2, tra via XX Settembre e strada di Santa Filomena, dove a causa di un’annosa controversia che coinvolge Ater e Comune di Terni i giardini ‘condominiali’ di circa tremila metri quadri – in realtà di proprietà pubblica – non vengono tagliati ormai da mesi e mesi. E così tra i residenti monta la protesta.

La vicenda

Per capire fino in fondo il problema bisogna fare un salto indietro di oltre 40 anni: il complesso – all’interno c’è anche un asilo pubblico – è stato realizzato nel 1973 dall’Ater su un terreno del Comune, il quale cedette buona parte dell’area all’azienda per l’edilizia pubblica con il vincolo di retrocessione, una volta finiti i lavori, per le aree non edificate, dunque i giardini. Questa retrocessione non è però mai avvenuta, la questione è rimasta nel dimenticatoio e dunque negli anni sono stati gli stessi condomini – solo due edifici sono assegnati ad edilizia residenziale pubblica, i restanti sono stati venduti a privati – ad occuparsi a loro spese della manutenzione del verde. Almeno fino a quando tre anni fa, nel 2017, non si è iniziato a parlare di una questione ben più gravosa, quella cioè della potatura e dell’abbattimento degli alberi, alcuni diventati ormai pericolanti. È allora che ci si è resi conto che i residenti – che tra l’altro avrebbero dovuto affrontare una spesa superiore ai 60 mila euro – non avevano voce in capitolo, in quanto la proprietà dei terreni era rimasta in capo all’Ater e, solo in parte, allo stesso Comune.

La richieste

Montagne di lettere sono state inviate ai due enti per chiedere un intervento risolutivo, l’Ater si è nel frattempo presa in carico la manutenzione degli alberi più pericolosi, ma per aiuole e giardini nulla da fare. Eppure l’interlocuzione tra la stessa azienda residenziale e il Comune, per arrivare finalmente al passaggio dei terreni, risulta essere stata avviata, i frazionamenti già fatti. Ma a mettere ulteriormente i bastoni tra le ruote ci ha pensato l’emergenza coronavirus, che ha bloccato di nuovo tutto l’iter. «Ora però non possiamo pensare di trascorre un’estate così, in queste condizioni pietose, tra erba alta, insetti e topi» dice una residente, Lora Minello. «Bisogna che qualcuno faccia qualcosa – aggiunge un’altra, Marisa Quaglia Conte -. Quando siamo venuti ad abitare qui, 40 anni fa, questo posto era un paradiso, ecco invece come siamo costretti a vivere oggi, soprattutto in un periodo così difficile». Una volta che il Comune si sarà preso in carico l’intera area verde i residenti sono pronti a sottoscrivere un accordo con l’amministrazione per provvedere loro stessi alla manutenzione. Intanto, però, attendono con impazienza risposte.

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