Demolizione-restyling in viale Brin a Terni: permesso di costruire finisce al Tar

Alcuni cittadini hanno impugnato il documento del Comune: in ballo il maxi intervento di riqualificazione con incremento volumetrico

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di S.F.

Il Comune di Terni ed i permessi di costruire, altro scontro in vista. Se per l’edificio lungo via del Vescovado è arrivata di recente una sentenza del Tar Umbria, c’è un altro complesso che è finito al centro dell’attenzione del Tribunale amministrativo regionale: il mirino è ora sulla corposa struttura che si trova tra viale Benedetto Brin e viale Sertorio Pacifici, non distante dall’incrocio con viale Curio Dentato. C’è chi ha fatto ricorso, si prospetta una lunga contesa.

LO SCONTRO AL TAR PER VIA DEL VESCOVADO
LO SCONTRO PER LA DEMOLIZIONE TRA VIALE BRIN E VIA BRACCINI: SENTENZA CDS

Il rendering

Il permesso della discordia

Passo indietro. L’edificio in questione – basta passarci davanti per farsi un’idea – è nel totale degrado e la società Brin srl 37 ha deciso di puntarci per una maxi operazione di demolizione e ricostruzione con incremento volumetrico: l’autorizzazione della direzione pianificazione privata è stata firmata tempo fa, il 25 ottobre 2021, e fa riferimento al permesso di costruire. A mesi di distanza la questione è giunta sul tavolo del Tar Umbria. Motivo? Alcuni cittadini – da quanto si apprende hanno una proprietà in zona – hanno fatto ricorso chiedendo l’annullamento del provvedimento comunale. Il progetto, in sintesi, prevede una generale riqualificazione con lavoro sul giardino, posti auto, complesso da sei piani e pista ciclabile per il collegamento via Pacifici-zona Lungonera.

Il complesso sui due lati

L’incremento e lo scontro al Tar

I due ricorrenti sono difesi dall’avvocato Livio Michele Listanti del foro di Roma e hanno chiesto l’annullamento non solo del permesso di costruire, ma anche di tutti gli atti preliminari e connessi al procedimento del Comune. Di mezzo c’è anche l’autorizzazione sismica rilasciata dalla Regione Umbria il 20 agosto 2021. C’è qualcosa che non va giù per la ristrutturazione edilizia prevista. Il ricorso è stato depositato martedì 26 aprile contro palazzo Spada e palazzo Donini, nessuno dei due per ora costituitisi in giudizio alla pari della società proponente: «L’istanza in esame, richiesta avverso il rilascio del permesso di costruire, aziona una posizione giuridica che, nelle more della trattazione collegiale della domanda cautelare, non appare suscettibile di lesione che presenti i caratteri di cui all’articolo 56 cpa», si legge nel decreto cautelare firmato in giornata dal presidente del Tar Raffaele Potenza. Se ne tornerà a parlare il 10 maggio.

La parte anteriore

La vista in direzione via Mazzini

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