Nell’ambito della campagna controlli sugli ‘autodemolitori’, disposta dal Comando carabinieri per la tutela forestale e dei parchi per garantire la corretta tracciabilità dei rifiuti in ingresso e in uscita dagli impianti di autodemolizione e trattamento rifiuti, il personale del Nipaaf di Terni (Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare forestale) ha denunciato all’autorità giudiziaria, per varie ipotesi di reato, il titolare di una ditta. A renderlo noto è una nota dell’Arma dei carabinieri.
«In particolare – si legge – nell’impianto di trattamento e recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi sottoposto a controllo, sono state accertate violazioni al Codice dell’ambiente (decreto legislativo 152 del 2006) per il superamento dei tempi consentiti per lo stoccaggio, per le quantità massime di rifiuti depositati, per l’irregolare tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti e per la gestione non autorizzata di rifiuti di imballaggi in materiali misti».
«A causa di tali difformità – proseguono i carabinieri – non è stato possibile accertare in modo chiaro e inequivocabile il flusso reale dei rifiuti in entrata e in uscita e non si è nemmeno potuto definire con certezza i quantitativi di rifiuti stoccati nell’impianto.
Un’ulteriore irregolarità riscontrata è stata l’assenza dei previsti cartelli per l’individuazione delle aree di lavorazione e per l’identificazione dei codici rifiuto».
Al titolare è stato contestato «anche il reato sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (decreto legislativo 231 del 2001) per non aver adottato alcun modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire i reati. Per lo stesso è prevista la pena dell’arresto da 6 mesi a 2 anni e l’ammenda da 2.600 a 26 mila euro. Tuttavia – conclude la nota – è risultata applicabile la procedura prevista dall’articolo 318-ter del decreto legislativo 52 del 2006, secondo cui la polizia giudiziaria operante impartisce una serie di prescrizioni, fissando un termine per la regolarizzazione e verificando alla scadenza l’esatto adempimento. In caso positivo, il responsabile può pagare un quarto del massimo dell’ammenda stabilita per il reto commesso ed ottenere l’estinzione del reato».